Duemila punti bruciati in apertura, ovvero una perdita di circa l’11%. La tempesta Brexit si abbatte su Piazza Affari, che crolla sotto i 16mila punti. Londra perde il 4%, Francoforte il 7%, Parigi l’8,5%, Madrid più dell’11%, Atene più del 14%.
A Milano nella prima mezz’ora di contrattazioni buona parte dei titoli ha fatto fatica a fare prezzo e molti sono stati sospesi per eccesso di ribasso. Soprattutto le banche: alle 9,30 nessuna aveva segnato un prezzo, con ribassi teorici in alcuni casi oltre il 20%. Fino almeno alle 10 di mattina quasi tutti i siti con gli aggiornamenti di Borsa sono stati presi d’assalto rendendo molto difficile verificare i dati.
Lo spread Btp e Bund è schizzato fino a 191 punti base (dai 130 della chiusura di ieri) per poi ripiegare sotto quota 170 a 165 punti. La corsa ai beni rifugio ha innescato un’ondata di acquisti sui Bund facendo crollare il tasso del 10 anni tedesco al minimo storico di -0,17%. Il rendimento del decennale tedesco è poi risalito a -0,12%. Il divario tra i decennali di Spagna e Germania ha sfiorato i 200 punti base e ora si è ridotto a 173 punti.
Anche il petrolio accentua il calo dopo il sì alla Brexit. Il barile Wti cede ora il 6,35% sotto 47 dollari mentre il Brent del mare del Nord è in calo del 6,4% a 47,65%.
Sotto choc soprattutto i mercati valutari dopo il voto che ha visto il Regno Unito votare a favore della Brexit. La sterlina resta in calo del 10% sul dollaro a quota 1,33. Si tratta del peggiore risultato da oltre trent’anni. La divisa britannica è in calo di oltre il 6,6% anche sull’euro. Debole anche l’euro che segue in negativo l’uscita dall’Ue di Londra. La moneta unica scende sotto quota 1,10 (1,0984) e a 111,56 contro lo yen, altra moneta rifugio in questi momenti.