La natura si riprende sempre il “suo”. Questo e’ un dogma da cui non si puo’ prescindere, mai. Cosa significa? Significa che la conformazione morfologica, che la terra ha assunto nei milioni di anni nei quali si e’ formata, ha delle caratteristiche che noi non potremo mai cambiare senza rischiare le catastrofi naturali a cui stiamo assistendo in questi anni. Genova oggi, la Sardegna un anno fa e prima il Veneto e poi Sarno in Campania, e Genova ancora tre anni fa, sono tutti effetti di una sola causa: una cattiva o addirittura inesistente manutenzione del suolo, quindi della terra, quando ancora non vogliamo parlare di stravolgimento delle regole fondamentali di un corso d’acqua. L’Italia e’ un paese bellissimo ma fatto “male”, passatemi la provocazione, perche piu di 2/3 della sua superficie sono di montagna e collina ed il resto e’ pianura; in piu in alcuni punti e’ talmente difficile, valli strette, conche senza apparente sbocco, fiumi e torrenti che attraversano paesi e citta’ in posti inverosimili (e questo e’ il bello ), che mantenerla bene e’ la cosa piu difficile e costosa del mondo, e richiede lavoro manuale o quasi, sempre ogni anno, ogni stagione, ogni giorno.
Il cambiamento del clima in atto, cosa con cui dobbiamo ormai abituarci a convivere, e quindi le bombe d’acqua che arrivano quando meno ce le aspettiamo, e cioe’ una quantita’ enorme di acqua piovana concentrata in pochissimo tempo, che se tutto non e’ perfettamente in ordine, fa i disastri che sono sotto gli occhi di tutti. Gli effetti disastrosi che abbiamo vissutoin questi giorni e che saremo tutti costretti a pagare, derivano dal fatto che in montagna la regimentazione delle acque nei campi non si fa più, perche la nostra alta collina e’ quasi completamente abbandonata, in collina non si fanno o rifanno cioe’ si ripuliscono canali, fossi di sgrondo, cunette stradali, chiavicotti (ponticelli e tubazioni) che consentono all’acqua di camminare per la sua strada, ed a valle addirittura si obbligano i corsi d’acqua a passare dentro enormi tubazioni o a cambiare percorso perche ci si e’ costruito dentro.
La natura si riprende sempre il suo spazio, e’ solo questione di tempo. La natura e’ piu forte dell’uomo, anche con tutte le diavolerie tecnologiche che ha inventato. Se il territorio, quindi i terreni a monte non si curano, a valle succedono le catastrofi. Osservate cosa succede in Alto Adige, o in Val D’Aosta, o in qualunque altra parte d’Italia, dove i contadini coltivano i campi di alta montagna, e puliscono il letto dei torrenti dopo che e’ passata la piena: nulla. Perche la cultura del territorio obbliga ad una politica del territorio che, oltre a conservare dei paesaggi che sembrano presepi, preserva lo stesso dai disastri ambientali a cui assistiamo. Abbiamo negli occhi le immagini di centinaia, migliaia di ragazzi che a Genova con pale, zappe e scope, perchè sono questi gli strumenti semplici che servono a mantenere il territorio, stanno ripulendo strade e piazze dai detriti e dalle macerie portate dalle alluvioni, cioe’ lavoro manuale e continuo, necessario tutto l’anno.
Allora, dico ai giovani, che purtroppo non hanno poi tutto questo lavoro: perche non vi attivate e chiedete una politica del territorio, della natura, quindi della agricoltura, che consenta di condurre e coltivare la difficile terra di montagna e collina in modo che si costruiscano o ricostruiscano dei veri sistemi idraulico-agrari, che ben gestiti, possano evitare tutti i drammi che stiamo vivendo? Solo i giovani possono rappresentare con la loro forza ed ottenere quei provvedimenti che servono, ad evitare i disastri che stiamo vivendo. L’acqua e’ vita ! Se ce ne e’ ed e’ ben usata, e’ la vita; non solo in Africa o nei posti piu’ sperduti del mondo, pensateci un po’ ragazzi ! In Italia ce ne e’ tanta, fonti, torrenti, fiumi, laghi, per non parlare del mare; se ben gestita e controllata, in montagna, in collina ed in pianura, con le tecnologie oggi a disposizione puo’ diventare il petrolio del futuro. Ci si possono fare infinite cose: produrre energia, cibo e benessere, a patto di volerla rispettare, controllare e valorizzare. Non solo spalare e cercare di mettere le toppe, dopo che il disastro e’ avvenuto.