Dal Governo del cambiamento al Governo di svolta. Nicola Zingaretti tratterà con il Movimento 5 Stelle per capire se ci sono possibilità di creare “un governo di svolta per la legislatura”. Lo ha deciso la Direzione del Partito, convocata in maniera permanente, che ha dato mandato all’unanimità al suo segretario di aprire i negoziati con i vertici pentastellati per provare a trovare una maggioranza che agisca “in discontinuità” con il Governo precedente caduto ieri in seguito alle dimissioni del Premier Conte e del durissimo attacco di quest’ultimo nei confronti dell’ormai ex vicepremier, Matteo Salvini. Un Esecutivo politico in grado di esercitare a pieno le sue funzioni: “Non credo in un governo di transizione che porti al voto. Sarebbe rischioso per i Democratici e anche per il Paese”, ha infatti chiarito il Governatore del Lazio. Il documento è stato approvato per acclamazione all’unanimità.
Il PD però non ha intenzione di recitare un ruolo da comprimario e per consentire al M5S di continuare la legislatura detta 5 condizioni: “Appartenenza leale all’Unione europea; pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del Parlamento; sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale; cambio nella gestione di flussi migratori, con pieno protagonismo dell’Europa; svolta delle ricette economiche e sociali, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti”. Questi punti che Zingaretti ha indicato come fondamentali nella relazione alla Direzione del Pd per trattare sulla nascita di un nuovo Governo.
“Nessun accordicchio sottobanco ma alla luce del sole, la verifica per costruire un programma possibile, condiviso da un’ampia maggioranza parlamentare. Verificheremo alla luce del sole queste condizioni che, se non si realizzeranno, porteranno il Paese a elezioni anticipate”, ha preseguito il leader del Pd.
Secondo il segretario, quello formato da Lega e M5S è stato “uno dei peggiori governi della storia della Repubblica e dopo 14 mesi è fallito”. La sua eredità, ha continuato, “è stata drammatica”.
Alle condizioni già indicate, il Pd però ne antepone una, la più importante: quella relativa di mettere davanti a tutto la Manovra e la necessità di scongiurare il prossimo aumento dell’IVA: “Il problema non è l’esercizio provvisorio – ha spiegato Zingaretti – ma la manovra mostruosa che abbiamo davanti” e che ammonta ad almeno 23 miliardi. “Togliamoci dalla testa che trovare 23 miliardi sia facile, per questo la manovra è il primo punto del confronto”.
Questa sarà la linea che il Partito Democratico porterà al Quirinale nel corso delle consultazioni con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Consultazioni che iniziano già oggi, 21 agosto. Nel pomeriggio il Capo dello Stato incontrerà i presidenti del Senato, Elisabetta Casellati, e della Camera Roberto Fico (ore 16,45). Successivamente sarà il turno del Gruppo per le Autonomie del Senato (17,30), del gruppo Misto del Senato (ore 18), del gruppo Misto della Camera (18,30), e di Liberi Uguali della Camera (ore 19). Il presidente emerito Giorgio Napolitano, che non si trova a Roma, sarà consultato per telefono.
La giornata clou arriverà domani, quando al Colle saliranno le delegazioni parlamentari di Fratelli d’Italia, Pd, Forza Italia; nel pomeriggio, dalle 16, invece toccherà Lega e Cinquestelle.