Quasi coetaneo del presidente del Consiglio Mario Monti (che è un anno più giovane), ne ricalca perfettamente lo stile, sobrio e concreto ma non per questo non carismatico, e con esattamente trent’anni d’anticipo – correva il 1982 quando alzò quella Coppa al cielo da capitano dell’Italia – ha proposto l’anti-divismo all’italiana alla ribalta internazionale.
Eroe del made in Italy “sommerso”, quello del silenzio e del lavoro, del sacrificio e della discrezione, lontano anni luce dal clichè universalmente riconosciuto dell’italiano chiassoso e inconcludente, Dino Zoff compie oggi 70 anni. Di questi, una ventina abbondante li ha passati sui campi di calcio a difendere le porte di Udinese, Mantova, Napoli e Juventus, e soprattutto della Nazionale italiana, con cui collezionò 112 presenze in 15 anni, superato successivamente solo da Maldini e Cannavaro. Della Nazionale è stato anche il capitano e l’unico a vincere sia l’Europeo (nel 1968) che il Mondiale (1982).
La sua carriera nel mondo del calcio, sempre in modo silenzioso ma non per questo dimesso, è poi proseguita per parecchi anni ancora, sia da allenatore (Italia, Juventus, Lazio, Fiorentina) sia da dirigente, sempre alla Lazio e poi in Federcalcio.
Ma oltre all’inconfondibile stile, Zoff ha anche un’altra cosa in comune con Mario Monti: la copertina del Time, già allora uno dei giornali più prestigiosi al mondo, a suggellare il riconoscimento internazionale di un’Italia che vince e che piace all’estero. “Can this man save Europe?”, aveva titolato l’edizione europea della rivista americana lo scorso 10 febbraio, giorno della visita del premier a Obama. Nell’articolo Monti fu definito “l’uomo più importante d’Europa”.
Zoff fece ancora meglio. All’indomani del trionfo di Madrid del 9 luglio 1982, il Time dedicò un’intera pagina pubblicitaria ad omaggiare gli azzurri, scegliendo come foto-simbolo proprio un’immagine del campione friulano: “Suddenly, the whole world is italian” era il titolo, con una bellissima foto di Zoff che porgeva gentilmente, come nel suo stile, la Coppa ai compagni (si intravede Gentile), quasi a voler dire: “Prego, è anche vostra”. E’ anche di tutti voi a casa, tutti voi che state guardando la tv o leggerete il giornale. E’ di tutti gli italiani. Tanti auguri portierone.