Il Pdl si spacca e tenta di ricucirsi. Alla base dei contrasti c’è il dubbio amletico che da qualche giorno assilla il Parlamento italiano: per il dopo Berlusconi, governo tecnico retto da Mario Monti o elezioni anticipate?
Da parte sua, il Cavaliere ha recentemente cambiato linea. Dopo aver sostenuto per giorni che la vera democrazia imporrebbe di tornare alle urne, si è risolto ad accettare l’idea di un nuovo Esecutivo guidato dal professore bocconiano, che ha definito addirittura una scelta “ineludibile”.
Sulla scia del Premier dimissionario, anche il segretario Angelino Alfano ha ammorbito le sue posizioni. Finora aveva puntato il dito contro un presunto tentativo di “ribaltone”, mentre oggi si è limitato a sottolineare che “sarà il Colle a decidere”, anche se ufficialmente il Pdl rimane schierato a favore del voto. Il Pdl, in ogni caso, si riunirà nuovamente al termine delle consultazioni del Capo dello Stato. Strategia che potrebbe allungare i tempi per la creazione del nuovo governo.
Le aperture di Berlusconi e Alfano puntano ad evitare lo strappo definitivo all’interno del partito. Le fila dei pidiellini “scontenti” – per la maggior parte favorevoli al governo tecnico – potrebbero allargarsi ulteriormente, tanto che si fa strada l’ipotesi che arrivino a costituire un nuovo gruppo parlamentare. Contrari alle urne sarebbero anche Maurizio Lupi, Fabrizio Cicchitto e perfino Franco Frattini. Sembra che il ministro degli Esteri non abbia escluso l’idea di lasciare il partito insieme ad altri dirigenti se il premier e il segretario avessero insistito sulla strada delle elezioni anticipate.
Il nome di Monti piace anche a gran parte delle opposizioni e delle parti sociali. Pd e Terzo Polo si sono detti pronti a sostenere un Esecutivo guidato dall’ex commissario europeo. “E’ l’uomo giusto”, hanno detto sia Gianfranco Fini che Pier Luigi Bersani. Quest’ultimo però ha precisato che i democratici vogliono un’ampia intesa, senza alcun “ribaltino”.
Anche l’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato – che si dice possa ricoprire la carica di ministro degli Esteri all’interno del nuovo Esecutivo – giudica ”altamente positiva” un’eventuale nomina di Mario Monti. Secondo altri rumors, Fabrizio Saccomanni, attuale direttore generale di Bankitalia, potrebbe essere nominato al Tesoro.
Il fronte del no al governo tecnico è invece costituito il larga parte da un’accoppiata inedita: Lega e Idv. “E’ bello stare all’opposizione”, ha commentato con ironia Umberto Bossi, mentre Antonio Di Pietro ha già chiarito che non voterà la fiducia al nuovo esecutivo, ma potrebbe appoggiare alcuni singoli provvedimenti (come l’abolizione delle province).