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Digitalizzazione delle imprese: l’Italia progredisce. Intelligenza Artificiale ancora poco diffusa

Pixabay

Le imprese italiane hanno compiuto progressi significativi nel settore digitale, ma meno del 10% utilizza l’Intelligenza artificiale, mentre il 15% ha intenzione di investire in questa tecnologia nei prossimi tre anni. Questi dati emergono dai risultati di oltre 40.000 test di autodiagnosi sulla maturità digitale (Selfi 4.0) condotti attraverso i Punti Impresa Digitale delle Camere di Commercio. Persiste però un problema legato alle competenze dei lavoratori: lo scorso anno, più del 60% delle posizioni aperte richiedevano competenze considerate difficili da trovare nel 45,6% dei casi.

Cresce la digitalizzazione delle imprese

Nel prossimo triennio, il sistema produttivo italiano continuerà a progredire nella digitalizzazione, consolidando i risultati già ottenuti, soprattutto durante la pandemia. L’analisi del Selfi 4.0 evidenzia che dal 2021 al 2023 la percentuale di imprese “apprendiste” nel digitale è diminuita, passando dal 41,6% al 37,4%, mentre sono aumentate quelle classificate come “Specialiste” (dal 39,1% al 41,6%) e “Esperte” digitali (dall’11,9% al 13,6%).

Ci sono state variazioni meno significative per le categorie “Campione” digitale ed “Esordiente” digitale, che rappresentano rispettivamente l’eccellenza e le imprese ancora legate a una gestione tradizionale dei processi. Nel complesso, c’è un trend di crescita nell’adozione delle tecnologie 4.0 all’interno delle aziende.

Le competenze digitali richieste

Secondo il Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal, nel 2023, circa 3,5 milioni di figure professionali ricercate dall’industria e dai servizi (63,4% del totale) dovevano possedere competenze nell’utilizzo delle tecnologie Internet, mentre 2,8 milioni dovevano avere competenze specifiche in linguaggi e metodi matematici e informatici. Più di 2 milioni di assunzioni (37,1% del totale) erano destinate a professionisti con competenze nella gestione di soluzioni innovative attraverso tecnologie digitali come robotica, big analytics e internet of things. Circa 1,8 milioni di profili professionali richiedevano almeno una delle tre competenze digitali sopra descritte con elevata importanza. La difficoltà di trovare queste competenze supera sempre il 45%.

Le professioni più qualificate sono quelle che richiedono maggiori competenze digitali e di livello avanzato. Ad esempio, per i dirigenti, l’utilizzo delle tecnologie Internet è richiesto nel 96,6% delle entrate programmate, mentre l’uso di linguaggi e metodi matematici e la gestione di processi innovativi sono richiesti rispettivamente nel 94,8% e nel 66,6% dei casi. Anche più della metà delle professioni qualificate nel commercio, nei servizi, tra gli operai specializzati e i conduttori di impianti e macchinari fissi e mobili richiedono competenze nell’utilizzo delle tecnologie Internet. Infine, circa il 40% delle professioni non qualificate richiede questa competenza.

A livello geografico, il Nord-Ovest d’Italia registra la maggior richiesta di competenze digitali. Per quanto riguarda l’applicazione innovativa delle tecnologie digitali ai processi aziendali, compresa la robotica e l’analisi dei big data, la domanda maggiore proviene dalle regioni del Mezzogiorno, in linea con una tendenza già emersa nel corso dell’ultimo biennio.

I profili più ricercati

Gli ingegneri elettrotecnici e dell’informazione sono tra i profili più difficili da trovare quando si richiedono competenze nell’utilizzo di Internet e nei linguaggi e metodi matematici e informatici. Anche ai Tecnici delle costruzioni civili, ai Tecnici gestori di reti e sistemi telematici e ai tecnici elettronici viene richiesta con elevata importanza l’abilità nell’utilizzo di Internet, ma con una difficoltà di reperimento altrettanto alta. Le competenze nell’utilizzo di metodi e linguaggi matematici e informatici sono richieste con importanza elevata anche ai Tecnici gestori di reti e sistemi telematici, agli Elettrotecnici e ai Tecnici esperti di applicazioni.

Per quanto riguarda la capacità di gestire soluzioni innovative con le tecnologie 4.0, oltre agli Ingegneri elettrotecnici, sono richieste con grande difficoltà di reperimento anche ai Tecnici delle costruzioni civili, agli Elettrotecnici e ai Tecnici gestori di reti e sistemi telematici.

“Le imprese hanno capito che l’Intelligenza artificiale è uno strumento imprescindibile per la competitività, ma le aziende che si sono già attrezzate sono ancora poche”, ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “Il sistema camerale le sta attivamente aiutando con attività di informazione e formazione attraverso i Pid. Le Camere di commercio hanno anche avviato un vasto progetto di Open Innovation diretto a migliorare la gestione del proprio patrimonio informativo attraverso l’intelligenza artificiale, a cui si aggiunge una serie di sperimentazioni che prevedono l’utilizzo di questa tecnologia. È il caso della piattaforma Stendhal, una iniziativa che consente di analizzare e verificare il posizionamento competitivo di oltre 200 destinazioni turistiche italiane attraverso indicatori che arrivano addirittura al livello comunale”.

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