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Digital Markets Act della Ue: dal primo novembre 2022 in vigore le nuove regole per le Big Tech

Pixabay

È scoccata l’ora per il Digital Markets Act (DMA) della Ue. Da oggi, primo novembre 2022, entra in vigore il nuovo regolamento per combattere le pratiche sleali attuate dalle grandi piattaforme online, chiamate “gatekeeper” (“guardiani”), cioè, le Big Tech – in particolare quelle statunitensi del calibro di Amazon, Google, Microsoft, Apple e Facebook – che determinano distorsioni della concorrenza. La nuova Direttiva europea è stata proposta dalla Commissione nel dicembre 2020 e approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio a tempo di record, nel marzo 2022.

La riforma si affianca al provvedimento gemello del Digital Services Act (DSA), approvato il 5 luglio 2022, che mira essenzialmente ad affermare il principio secondo cui ciò che è illegale offline lo deve essere anche online. I due provvedimenti compongono il Digital Services Package, che diventerà esecutivo dal 2023. Ma vediamo come funziona il Digital Markets Act.

Digital Markets Act: cos’è e come funziona

La DMA definisce quando una grande piattaforma online si qualifica come “gatekeeper”. Si tratta di piattaforme digitali che costituiscono un’importante porta d’accesso tra gli utenti commerciali e i consumatori, la cui posizione può conferire loro il potere di agire come un regolatore privato, creando così un collo di bottiglia nell’economia digitale. Per affrontare questi problemi, la DMA definisce una serie di obblighi che essi dovranno rispettare, tra cui il divieto per i gatekeeper di adottare determinati comportamenti.

Chi sono i gatekeeper?

Le aziende che gestiscono uno o più dei cosiddetti “servizi di piattaforma principali” elencati nella DMA si qualificano come gatekeeper se soddisfano i requisiti descritti di seguito. Questi servizi sono: servizi di intermediazione online come app store, motori di ricerca online, servizi di social network, alcuni servizi di messaggistica, servizi di piattaforme di condivisione video, assistenti virtuali, browser web, servizi di cloud computing, sistemi operativi, mercati online e servizi pubblicitari.

Sono tre i criteri principali che fanno rientrare un’azienda nel campo di applicazione della DMA:

  1. Una dimensione che ha un impatto sul mercato interno: quando l’azienda realizza un determinato fatturato annuo nello Spazio economico europeo (See) e fornisce un servizio di piattaforma principale in almeno tre Stati membri dell’Ue.
  2. Il controllo di un importante gateway per gli utenti commerciali verso i consumatori finali: quando l’azienda fornisce un servizio di piattaforma principale a più di 45 milioni di utenti finali attivi mensilmente stabiliti o situati nell’Ue e a più di 10.000 utenti commerciali attivi annualmente stabiliti nell’Ue; una posizione consolidata e duratura: nel caso in cui l’azienda abbia soddisfatto il secondo criterio negli ultimi tre anni.
  3. Ulteriori informazioni sulla procedura di designazione dei gatekeeper sono disponibili nelle domande e risposte sulla DMA.

Digital Markets Act: cose da fare e da non fare 

La DMA stabilisce un elenco di cose da fare e da non fare che i gatekeeper dovranno attuare nelle loro operazioni quotidiane per garantire mercati digitali equi e aperti. Questi obblighi contribuiranno ad aprire alle aziende la possibilità di contendere i mercati e di sfidare i gatekeeper sulla base dei meriti dei loro prodotti e servizi, dando loro più spazio per innovare.

Quando un gatekeeper mette in atto pratiche sleali, come imporre condizioni di accesso inique al proprio app store o impedire l’installazione di applicazioni provenienti da altre fonti, è probabile che i consumatori paghino di più o siano effettivamente privati dei benefici che servizi alternativi avrebbero potuto apportare.

I prossimi passi 

Con la sua entrata in vigore, la DMA entrerà nella fase cruciale di attuazione e inizierà ad essere applicata tra sei mesi, a partire dal 2 maggio 2023. Successivamente, entro due mesi e al più tardi entro il 3 luglio 2023, i potenziali gatekeeper dovranno notificare alla Commissione i servizi della loro piattaforma principale se soddisfano le soglie stabilite dal nuovo regolamento.

Una volta ricevuta la notifica completa, la Commissione avrà 45 giorni lavorativi per valutare se l’impresa in questione soddisfa le soglie e per designarla come gatekeeper (per l’ultima presentazione possibile, ciò avverrà entro il 6 settembre 2023). Una volta designati, i gatekeeper avranno sei mesi di tempo per conformarsi ai requisiti della DMA, al più tardi entro il 6 marzo 2024.

Per prepararsi all’applicazione della DMA, la Commissione si sta già impegnando in modo proattivo con le parti interessate del settore per garantire l’effettiva conformità alle nuove norme. Inoltre, nei prossimi mesi, la Commissione organizzerà una serie di workshop tecnici con le parti interessate per valutare i pareri dei terzi sul rispetto degli obblighi dei gatekeeper ai sensi della DMA. Il primo di questi workshop si terrà il 5 dicembre 2022 e si concentrerà sulla disposizione di “auto-preferenziazione”.

Infine, la Commissione sta anche lavorando a un regolamento di attuazione che contenga le disposizioni sugli aspetti procedurali della notifica.

Cosa succede in caso di infrazione?

In caso di infrazione della legge sui mercati digitali, la Commissione potrà comminare sanzioni e ammende fino al 10% del fatturato mondiale di una società e fino al 20% in caso di recidiva.

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