Fine delle trattative tra Leonardo e Knds. Il colosso italiano della Difesa ha annunciato la cessazione delle trattative con la holding franco-tedesca della difesa iniziate lo scorso dicembre. Questi negoziati avevano l’obiettivo di definire una configurazione comune per il programma Main Battle Tank dell’esercito Italiano e di sviluppare una collaborazione industriale più ampia. Tuttavia, dopo sei mesi di discussioni, entrambe le parti hanno confermato il fallimento delle trattative.
L’obiettivo era sviluppare congiuntamente il carro armato Leopard 2 A8 da fornire all’esercito italiano. Nelle trattative era incluso anche il programma Aics (Armored Infantry Combat System). La commessa, del valore di 8 miliardi di euro, era destinata alle forze armate italiane, ma Knds non si è mostrata disponibile a modificare il proprio carro armato secondo le specifiche esigenze italiane. In pratica, Knds intendeva fornire all’Italia il carro armato nella versione attualmente prodotta.
L’accordo e la causa della rottura
Lo scorso dicembre, i due gruppi avevano manifestato l’intenzione di “implementare programmi di collaborazione tra le nazioni europee, rafforzando le proprie basi industriali e sviluppando la futura generazione di piattaforme per veicoli blindati, tra cui l’Mgcs (Main Ground Combat System)”, oltre che per “l’implementazione congiunta del programma di approvvigionamento del Main Battle Tank basato sul Leopard 2 A8”. Le aziende intendevano collaborare nello sviluppo, costruzione e manutenzione del Leopard 2 A8 per l’esercito italiano, nonché nelle piattaforme di supporto. L’obiettivo comune era accrescere ulteriormente le capacità di produzione e sviluppo in Italia, utilizzandole per futuri progetti europei e di export.
La principale causa della rottura delle trattative è stata il mancato accordo sulla “italianizzazione” del Leopard 2 A8. Leonardo richiedeva che una parte significativa della produzione del carro armato venisse trasferita in Italia, includendo la costruzione di componenti cruciali come la torretta e parti elettroniche, attraverso Oto Melara e con il contributo della società tedesca Hensoldt, di cui Leonardo detiene circa il 23%. Knds, però, si è opposta a questa richiesta, proponendo invece che Leonardo producesse solo componenti meno importanti del Leopard, una proposta giudicata insoddisfacente dal colosso italiano.
Fine delle trattative tra Leonardo e Knds: cosa succede adesso?
Con la fine delle trattative, come spiega il Sole 24 Ore, Leonardo esplora ora nuove alleanze per continuare lo sviluppo e la produzione dei nuovi carri armati e veicoli blindati. Per il nuovo carro da battaglia, il candidato principale sembra essere il Panther, prodotto dal gruppo tedesco Rheinmetall, con cui Leonardo ha già contatti. Rheinmetall propone anche il Lynx come possibile soluzione per il programma Aics. Un’alternativa potrebbe essere il CV-90 “evoluto” della britannica Bae Systems, ma la collaborazione con Rheinmetall appare la più promettente al momento.
I commenti delle due aziende
Nonostante la cessazione delle trattative, Leonardo conferma “il proprio impegno nel fornire all’Esercito Italiano una soluzione performante, interoperabile e aggiornata, che soddisfi le esigenze attuali e sia ben posizionata per gli sviluppi futuri verso il Main Ground Combat System, anche attraverso la cooperazione con altri qualificati partner internazionali”.
Knds, dal canto suo, ha ribadito l’importanza di mantenere lo standard del Leopard 2, con 18 paesi europei che lo utilizzano. L’amministratore delegato Frank Haun ha sottolineato che preservare la configurazione attuale è cruciale per l’interoperabilità e la potenza di combattimento congiunta degli eserciti europei e della Nato. La mancanza di un accordo sulla configurazione ha portato alla fine delle trattative, compresa la partecipazione strategica di Leonardo a Knds. Tuttavia, Knds continua a sostenere l’Esercito italiano.