Recupera terreno la Borsa di Milano dopo la batosta di Fca. L’indice Ftse Mib, ieri in ribasso in chiusura dell’1,8%, avanza dell’1,5% poco sotto a quota 19.500. Positivi anche gli altri listini del Vecchio Continente: Parigi e Madrid +0,8%, Francoforte +0,2%. Continua la striscia positiva di Londra +0,25%, al quattordicesimo rialzo consecutivo. In settimana il rialzo è stato dell’1,5%.
Suona a Piazza Affari la riscossa di Fiat Chrysler che, con un rimbalzo nell’ordine del 5% a 9,21 euro, tenta di reagire al pesante -16% di ieri seguito alle accuse dell’Epa, l’agenzia per la protezione dell’ambiente americana.
Con il solito linguaggio diretto Sergio Marchionne ha replicato agli inquirenti che “se qualcuno pensa che abbiano fatto uso di pratiche illecite vuol dire che è lui ad aver fatto uso di sostanze proibite”. Il manager ha aggiunto che non c’è alcun confronto con lo scandalo che ha travolto Volkswagen sulle emissioni nel diesel e che l’azienda non ha fatto nulla di illegale, definendo le notizie sproporzionate e ha confermato gli obiettivi del gruppo al 2018. Equita ha preso posizione tagliando la raccomandazione su Fca a Hold da Buy. Il target price invece sale a 9,80 euro da 8,90 euro. Anche Banca Imi ha ridotto le stime sul titolo.
Robusta reazione anche di Exor + 5,4% (ieri -9%) e di Ferrari +3,3%. Cnh Industrial +1%.
La sindrome dieselgate si è diffusa intanto anche a Parigi. I titoli del gruppo Renault scendono di circa il 4,7% alla Borsa di Parigi a seguito dell’avvio di un’inchiesta giudiziaria. Il tribunale di Parigi ha reso noto infatti che e’ stata avviata una indagine da tre giudici istruttori sui dispositivi utilizzati dal costruttore francese per controllare le emissioni inquinanti delle sue vetture diesel.
Il comparto auto europeo risale comunque di quasi il 2%.
Salgono Eni +0,3% e Tenaris +0,9%, nonostante il calo del greggio: il Brent perde l’1% a 55,4 dollari al barile. Arretra Saipem -0,3%.
I Btp appaiono deboli in una seduta caratterizzata da un clima di attesa per il pronunciamento di Dbrs. Lo spread è salito a 170 punti, il decennale rende l’1,906%. mentre da ieri circolano sul mercato voci di un possibile imminente annuncio del Tesoro su un 15 anni sindacato, verosimilmente condizionato comunque al verdetto dell’agenzia di rating che arriverà a mercati chiusi.
Il consensus è orientato verso un taglio del rating sovrano A(low) dell’Italia, ma gli ultimi sviluppi sul fronte economico e finanziario (evoluzione della situazione bancaria, i buoni dati sulla produzione industriale e la bocciatura da parte della Consulta del referendum sull’articolo 18) offrono qualche spiraglio di ottimismo.
Intanto il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha ripreso il pressing nei confronti di Mario Draghi. Il ministro chiede alla Bce, alla luce dell’aumento dell’inflazione nell’area euro, di iniziare a ridurre da quest’anno le sue misure straordinarie a sostegno dell’economia, a cominciare dal Qe. “Ritengo sia giustificato – dice Schaeuble in un’intervista alla Sueddeutsche Zeitung – che la Bce cominci, a partire da quest’anno, a tentare di uscire” dalla sua politica monetaria ultra-accomodante”.
Bene intonato il settore bancario. L’indice Eurostoxx Banks sale dell’1,4%, l’indice delle Banche italiane sale del 2,3%.
Anche oggi guida la corsa Ubi con un guadagno del 7% che spinge la quotazione a 3,3140 euro. E’ il prezzo più elevato da giugno. Stamattina gli analisti di Hsbc hanno alzato il prezzo obiettivo a 3,29 euro dai 2,82 euro con un giudizio confermato a Hold. Ieri il titolo ha chiuso in rialzo del 9%.
Unicredit accelera in rialzo del 3,3% a 2,6660 euro. stamattina HSBC ha ribadito la sua fiducia confermando il giudizio Buy. Il target price è stato limato a 2,86 euro da 2,98 euro. Avanza anche Banco Bpm +4% A Piazza Affari sono in corso acquisti anche su Intesa +1%, Pop.Emilia +3,8% e Mediobanca +2,9%. Banche sotto i riflettori anche a Francoforte (Deutsche Bank +1,7%) e a Parigi (BnpParibas +1,3%).
Acquisti su Telecom Italia +2,1%, mentre Mediaset +0,3% è poco mossa.
Positiva Enel +0,4% e le altre utility: Snam +1,4%, Terna +1,4%, A2A +2,6%. Avanzano i titoli industriali: StM +1,6%, Prysmian +1,3% e Buzzi +1,8%.