Il bollettino scosse in Emilia ogni giorno porta la sua pena, la girandola di cifre relative allo sciame è impressionante e non si capisce quando si fermerà. La speranza è che non accada più nella di grave, come è stato per cinque secoli, ma l’inattesa batosta di martedì ha creato panico e paralisi. Un tremore che impedisce di muoversi.
Panico perché il futuro è incerto, paralisi perché non si capisce quando e come la situazione si normalizzerà. Non c’è solo una popolazione da aiutare, c’è un’intera economia da far ripartire e comincia ad affacciarsi il timore che la “prevenzione” possa diventare un vincolo ancora più mortale del terremoto. In queste ore la preoccupazione serpeggia severa fra chi ha attività produttive a Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Medolla o Mirandola. Nessuno è più autorizzato a entrare nelle proprie aziende, prima che la protezione civile e i vigili del fuoco abbiano visionato e autorizzato o si rischia una denuncia penale. Non si può nemmeno ipotizzare come ricostruire o fare valutazioni, perché non si conoscono regole da rispettare e nessuno offre tempi certi. Il rischio è di dover attendere un sopralluogo 15 giorni-un mese e solo da quel momento in poi ci sarà la possibilità di avviare la stesura di un progetto, con buona pace della produzione che non potrà ripartire prima di settembre. Ma questo per molti, se non per tutti, significa fallimento.
A queste preoccupazioni degli imprenditori si affiancano quelle di molti lavoratori e delle organizzazioni sindacali, che temono una fuga delle imprese. Dopo il caso della Magneti Marelli di Crevalcore, che sembra parzialmente rientrato, oggi l’allarme è scattato alla Curved Plywoods di San Matteo della Decima, azienda cartotecnica. “Grave tentativo di trasferimento in Romania”, denuncia la Filca, sindacato degli edili e lavoratori del legno. Insomma il terremoto potrebbe diventare un alibi per trasferimenti indiscriminati anche da parte di chi non ne ha bisogno. Una questione che allarma anche Susanna Camusso, segretario nazionale della Cgil: “Sul punto – dice- credo ci debba essere un impegno serio del Governo, un messaggio inequivocabile”. Ma bisogna anche partire con la ricostruzione: “non si può immaginare, perché non si sa quanto durerà lo sciame sismico, di lasciare tutto in sospeso”.
Per le verifiche di agibilità la Regione chiama all’appello tecnici specializzati
Ingegneri, architetti e geometri che vogliono proporsi per le verifiche di agibilità devono avere frequentato un corso di valutazione e di rilievo del danno e ottenuto la relativa attestazione dalla Protezione civile. In questo caso possono inviare il curriculum a sisma2012@regione.emilia-romagna.it.
Intanto stamattina alle 9 l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha informato che nelle ultime 24 ore sono stati 112 gli eventi registrati. Di questi 8 hanno avuto una magnitudo maggiore di 3.0 con due eventi maggiori il 31 maggio rispettivamente di magnitudo 4.0 alle ore 16.58 e di magnitudo 4.2 alle ore 21.04.