Condividi

Di Maio minaccia le banche: stretta fiscale in vista

La stretta su detrazioni e deduzioni fiscali delle banche minacciata dal vicepremier grillino spaventa non solo gli istituti di credito ma anche i sindcati, che ne temono gli effetti negativi sui mutui, sui rlsparmi e sui prestiti con un effetto boomeang sulla crescita dell’economia e sui lavoratori

Di Maio minaccia le banche: stretta fiscale in vista

Stretta fiscale sulle detrazioni e sulle deduzioni fiscali concesse alle banche per rastrellare le risorse necessarie a far quadrare i traballanti conti della manovra di bilancio. E’ quanto minaccia il vicepremier grillino Luigi Di Maio che non rinuncia mai al suo tono gladatorio quando si rivolge alle imprese, industriali o finanziarie che siano, senza andare troppo per il sottile. Peccato che le intenzioni spesso vengano contraddette dai fatti.

Come già successe con il decreto Di Maio sul lavoro, che doveva spingere le imprese a ridurre i contratti a tempo determinato e che rischia invece di provocare decine di migliaia di disoccupati in più, anche nei confronti delle banche non si può fare di tutte l’erba un fascio. Che significa tagliare detrazioni e deduzioni fiscali? Non sempre sono privilegi ma spesso sono misure che riguardano i mutui per la casa o i prestiti per le famiglie e per le imprese. Tagliare indiscriminatamente sarebbe un boomerang, con buona pace dello statista di Pomigliano, che sembra avere un’idea a dir poco approssimativa di come funziona l’economia di mercato e del ruolo che in esso hanno imprese e banche.

Non sono soltanto i banchieri a preoccuparsi delle mosse improvvisate e unilaterali di Di Maio ma perfino i sindacati. “Non capisco – dice infatti il leader della Fabi, Lando Simeoni – questa continua caccia alle sgtreghe rispetto alle banche”, che teme per l’effetto sui contratti della stretta adombrata dai Cinque Stelle.

 

 

 

 

 

Commenta