X

Di Maio chiama Poste. Del Fante al bivio: Sia o Alitalia?

FIRSTonline

Il ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio chiama Poste per il salvataggio – l’ennesimo a carico del settore pubblico – di Alitalia. E per l’amministratore delegato del gruppo si apre un possibile dilemma: puntare sull’acquisizione di Sia, la società italiana leader nella gestione dei pagamenti  pagamenti digitali, o destinare le risorse a un ingresso nell’equity della nuova Alitalia?

E’ questa la novità contenuta nell’intervista concessa dal ministro al Sole24Ore nel corso della quale prefigura il nuovo assetto per la compagnia di bandiera. Tutto sarà definito, dice Di Maio, entro il 31 ottobre con “un’offerta vincolante o comunque, con una manifestazione dio interesse seria e concreta”. Nel decreto fiscale che il governo varerà lunedì 15 “non ci sarà alcuna proroga del prestito” che dovrà essere restituito da Alitalia allo Stato per evitare la procedura d’infrazione europea. La soluzione che il ministero Sviluppo (Mise) sta valutando prevede la nascita di una Newco con “una dotazione iniziale tra 1,5 e 2 miliardi – precisa il ministro – partecipata intorno al 15% dal Ministero dell’Economia, grazie alla conversione in equity di parte del prestito-ponte da 900 milioni concesso dal precedente governo” e per il resto “da Ferrovie e da un importante partner tecnico internazionale”.

Quale sarà il “grande partner internazionale in arrivo” Di Maio non lo dice. Il progetto delineato in verità potrebbe scoraggiare chi si era precedentemente fatto avanti con una manifestazione di interesse e soprattutto entra in rotta di collisione con l’ingresso di Lufthansa che si era detta concretamente pronta ad entrare, chiudendo la partita entro fine anno.

Il disegno del Mise, invece, prevede una ri-nazionalizzazione sostenuta dal Mef e dalle aziende pubbliche, in primo luogo Fs (che ha presentato una manifestazione d’interesse sia pure non vincolante) con la Cdp in qualità di partner finanziario “per assistere l’operazione finanziaria di acquisto e noleggio dei nuovi aerei. L’ingresso di Ferrovie nell’equity – precisa ancora il ministro – permetterebbe innanzitutto l’intermodalità: si potrebbe lavorare al biglietto unico treno-aereo. Un turista, quando arriva in Italia, potrebbe spostarsi in tutto il Paese. Alitalia potrebbe inoltre concentrarsi molto di più sul lungo raggio, senza sovraccaricare gli spostamenti sulle rotte medio-piccole nazionali”. Per Fs l’esborso di capitale potrebbe oscillare, secondo indiscrezioni che il ministro non ha confermato, intorno ai 200 milioni.

Infine il ruolo delle altre partecipate pubbliche. “Prima di tutto – afferma Di Maio – mi interessano i partner tecnici e industriali ma parlo con tutti. Quanto a Eni e Poste o ad esempio anche a Leonardo, se vogliono dare una mano, su alcuni asset (e in relazione ad alcune possibili sinergie) sarebbe interessante”.

La strada delineata da Matteo Del Fante nel piano industriale Deliver 2022 prevede una forte accelerata sui pagamenti digitali e la nascita della nuova PostePay Spa, dove sono concentrati i pagamenti digitali e le attività di Poste Mobile, avvenuta il 1° ottobre, è un ulteriore passo in avanti. L’acquisizione di Sia, di cui Poste è azionista al 15% e che potrebbe crescere di un ulteriore 35% rimasto in mano a Cdp, chiuderebbe il cerchio e farebbe di Poste un concorrente temibile per le banche. Ma le direttrici che Di Maio delinea nell’intervista al Sole24Ore potrebbero spingere Poste a cambiare rotta. Anche se il passaggio da investimenti nello sviluppo di innovativi sistemi di pagamento ad una compagnia dei trasporti a un passo dal fallimento non sarebbe cosa facile da illustrare ai tanti piccoli azionisti e agli investitori. A meno che Del Fante non riesca a tenere in pista entrambe le operazioni: Sia da un lato, Alitalia dall’altro.

 

Related Post
Categories: Finanza e Mercati