“Faccio i complimenti alla Lega e al Pd. Per noi le elezioni europee sono andate male e da questo voto apprendiamo una grande lezione. Impariamo e non molliamo”. Queste le prime parole di Luigi Di Maio, vicepremier e capo politico del Movimento 5 Stelle, nella conferenza stampa convocata all’indomani delle elezioni europee, che si sono chiuse con una débacle per il M5S.
“Nessuno ha chiesto le mie dimissioni – ha precisato Di Maio – Tutti siamo d’accordo sul fatto che il Movimento si debba riorganizzare, ma nessuno ha parlato di teste che devono saltare”.
Secondo il vicepremier grillino, ora serve “una riorganizzazione che deve portare il Movimento molto più vicino ai territori, per diventare più efficace ed efficiente e al contempo tutelare l’identità del Movimento. Come forza politica non rinunceremo mai a dire no in questo governo a ciò con cui non siamo d’accordo e ad arginare provvedimenti non previsti dal contratto di governo. Saremo sempre argine a quello che non ci va bene e porteremo avanti il contratto con lealtà”.
Quanto all’entità della sconfitta, per Di Maio è collegata principalmente all’astensionismo: “Come forza politica il M5S sta correndo una maratona, non i 100 metri. È chiaro che molta della nostra gente non è andata a votare. Ci sono ancora molte risposte da dare a queste persone. Ci sono promesse da mantenere, che abbiamo fatto sia nella campagna elettorale prima per le elezioni del 4 marzo 2018 poi per queste europee”.
E quali sono i temi su cui il governo deve concentrarsi ora? Di Maio ne elenca tre: “Il salario minimo orario, il provvedimento per le famiglie che fanno figli e un serio abbassamento delle tasse. Questi temi sono al centro delle priorità degli italiani. Ho sentito il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e gli ho chiesto di convocare il prima possibile un vertice di governo, perché abbiamo tante cose da realizzare. Mai come in questo momento c’è bisogno di umiltà e di lavoro”.
In mattinata però l’altro vicepremier, Matteo Salvini, trionfatore delle europee con la Lega, aveva parlato della necessità di sbloccare due temi su cui da sempre c’è attrito all’interno della maggioranza: la Tav e le autonomie regionali.
Sul primo punto, Di Maio si smarca ricordando che “il dossier è nelle mani del presidente del Consiglio da oltre un mese”. Mentre sulle autonomie il vicepremier gillino apre all’alleato, ma mettendo dei paletti: “L’autonomia si farà, ma deve essere fatta rispettando la coesione nazionale. Non si devono creare scuole di serie C o sanità di serie C”.