Deutsche Bank si autoinfligge una cura da cavallo per tentare il rilancio. La prima banca tedesca si trova in una situazione critica: solo nel secondo trimestre dell’esercizio in corso è prevista una perdita pari a 2,8 miliardi di euro.
Il piano di ristrutturazione messo a punto dall’amministratore delegato Christian Sewing dovrebbe costare circa tre miliardi e prevede una contrazione molto forte sia degli investimenti sia delle attività bancarie. I primi a farne le spese saranno i dipendenti dell’istituto: entro il 2022 saranno tagliati ben 18mila posti di lavoro, cioè il 20% di tutto il personale.
Si salvano invece gli azionisti, ai quali non sarà chiesto di mettere mano al portafoglio per aiutare il rilancio con un aumento di capitale.
Il piano di ristrutturazione prevede anche una riduzione del 40% degli asset allocati in corporate e investment banking e l’uscita dal Global equity. Lo comunica la stessa Deutsche Bank in una nota, precisando che sarà creata anche una bad bank, in cui confluiranno asset per 74 miliardi di euro.
Secondo Bloomberg, Deutsche Bank chiuderà la maggior parte delle attività di equity in Asia e nell’area del Pacifico, mentre negli uffici di Hong Kong del colosso tedesco alcuni impiegati avrebbero già iniziato a lasciare il posto.
“Deutsche Bank è un giocatore da serie A e ora deve porsi l’obiettivo di rimanerci”, ha detto il ministro dell’Economia tedesco, Peter Altmaier. Nei mesi scorsi il Governo tedesco aveva fatto pressioni perché l’istituto si fondesse con Commerzbank, altro gigante della finanza tedesca.
Nell’ambito del piano, si legge ancora nella nota, la Banca – oltre alla cessione degli asset – ridurrà la leva finanziaria di 288 miliardi di euro. È inoltre prevista l’uscita dalle attività azionarie di trading, concentrandosi su quelle di equity capital market. Le attività principali saranno quelle di banca di investimento, di finanziamento, mercati valutari, consulenza, gestione risparmio e private.