X

Deutsche bank: è bastata un’operazione di riscatto anticipato per fare saltare i nervi dei listini

Wikimedia

Chi l’avrebbe detto della Svizzera. E forse ancor più chi lo direbbe della Germania. Eppure sono loro, da sempre considerati le roccaforti della correttezza a incrinare il loro stesso mito. Dopo il disastro di Crédit Suisse, stamane arrivano i problemi per il colosso tedesco Deutsche Bank: stamane ha annunciato il riscatto anticipato per 1,5 miliardi di dollari dei titoli Tier 2 subordinati In realtà questa azione, nelle intenzioni della banca, doveva essere un tentativo di dare un messaggio di fiducia ai mercati, i quali invece l’hanno presa malissimo.

Deutsche Bank nel mirino e i credit default swap si impennano

I credit default swap, un tipo di assicurazione per gli obbligazionisti contro il rischio di insolvenza, della Deutsche bank sono aumentati di oltre 200 punti base – il massimo dall’inizio del 2019 – dai 142 pb di appena due giorni fa, sulla base dei dati di S&P Market Intelligence, mentre il titolo in borsa è precipitato, trascinandosi dietro altri bancari e alla fine tutto il listino.
Ma non basta. Ieri due altre banche tedesche, la Deutsche Pfandbriefbank e la Aareal Bank, hanno infranto un vero e proprio tabù annunciando che non eserciteranno l’opzione call prevista da un loro bond AT1, proprio quegli stessi bond che Crédit Suisse ha dovuto svalutare nell’ambito del matrimonio riparatore con Ubs.
È chiaro che i momento è molto delicato e che, qualsiasi elemento si tocchi, si rischia di far danni.
“Deutsche Bank era sotto i riflettori da un po’ di tempo, in modo simile a quanto lo era stato Crédit Suisse”, dice Stuart Cole, capo economista macro di Equity Capital. La banca “ha subito varie ristrutturazioni e cambi di leadership nel tentativo di riportarla su basi solide, ma finora nessuno di questi sforzi sembra aver funzionato davvero”.

Pioggia di vendite su tutti i listini

Tutte le banche europee sono sotto una pioggia di vendite (-2,2% lo Stoxx settoriale europeo), ma Deutsche Bank affonda di più alla Borsa di Francoforte (-13,78% a 8,04 euro), perdendo più di un quinto del valore finora questo mese, trascinandosi dietro la rivale Commerzbank (-8,3%), dopo che già alla vigilia aveva perso il 3% circa del suo valore. In scia ai gruppi tedeschi arretrano tutte le banche europee. A Parigi Société Générale cede il 6,6%, Bnp Paribas il 6,7%. A Milano Intesa Sanpaolo lascia sul terreno oltre il 4%, Unicredit oltre il 5%. L’inglese Barclays scende del 6%, la spagnola Bbva oltre il 6%, la svizzera Ubs quasi l’8%.

La mossa di Deutsche bank, provoca un calo sui suoi stessi bond

Nel dettaglio dell’operazione di stamane, DB dice che i bond subordinati a tasso fisso con scadenza al 2028 saranno riscattati il 24 maggio insieme agli interessi maturati fino alla data di rimborso, dopo aver ricevuto tutte le autorizzazioni normative necessarie per l’operazione.

Di riflesso sono state inondate di vendite anche alcune altre obbligazioni di Deutsche Bank. Gli Additional Tier-1 (AT1) 7,5% denominati in dollari sono scesi di quasi 3 centesimi a 72,868 centesimi sul dollaro con un rendimento balzato fino al 24%, più del doppio rispetto a solo due settimane fa, sulla base dei dati Tradeweb. Mentre il bond tasso fisso senior novembre 2027 in euro rende oggi il 4,5% lordo annuo.
“La ricaduta della cancellazione delle obbligazioni AT1 nel salvataggio di CS ha sollevato critiche su una parte fondamentale del finanziamento bancario, il che rende i problemi che DB ha dovuto affrontare molto più difficili da superare”, dice ancora Cole.

Per altro Crédit Suisse e Ubs sono tra le banche sulle quali il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti starebbe indagando per accertare se abbiano o meno aiutato oligarchi russi a evadere le sanzioni, secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg giovedì sera.
“Le cose si stanno muovendo molto rapidamente in questi giorni. È certamente una banca che ha lottato a lungo con la redditività” dice Jon Jonsson, gestore di portafogli di credito presso Neuberger Berman, “gli investitori stanno rivedendo le loro posizioni, scaricando gli anelli deboli”.

Moody’s confida nel sostegno delle autorità per tutelare il settore

“Guardando al futuro, più a lungo le condizioni finanziarie rimarranno in tensione, maggiore sarà il rischio che gli stress si diffondano oltre il settore bancario, scatenando danni finanziari ed economici maggiori di quanto previsto”, ha scritto Moody’s nel suo ultimo rapporto sulle condizioni del credito globale.
“La nostra aspettativa di base è che (banche centrali e governi politici) riusciranno ampiamente a gestire la situazione… che resta impegnativa, aumentando quindi il rischio che passi falsi, limitazioni o conseguenze indesiderate possano comportare un ulteriore deterioramento del contesto creditizio”, aggiunge Moody’s.

Related Post
Categories: Commenti