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Desertificazione bancaria in Italia: più di 3.200 Comuni privi di filiale. Più facile trovare uno sportello a Barletta che a Milano

Imagoeconomica

Trovare uno sportello bancario comincia a diventare un’impresa. Il numero di comuni italiani senza una filiale bancaria sta aumentando sempre di più. Dall’inizio dell’anno, quasi 600 sportelli sono stati chiusi a causa dell’impatto della tecnologia e dei tagli ai costi. Adesso, i comuni privi di presenza bancaria superano i 3200, rappresentando il 41% del totale e questa tendenza continua a crescere, coinvolgendo non solo le aree interne, montane o i piccoli centri ma anche nelle grandi città.

Il fenomeno del disimpegno delle banche dai territori non è uniforme e riserva alcune sorprese. Ad esempio, a Barletta o a Grosseto è più facile trovare una filiale bancaria rispetto a Milano o a Roma.

Sono i risultati che emergono dall’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba, che ha elaborato un indicatore (Ipd, Indicatore di desertificazione provinciale) che assegna ad ogni provincia italiana un punteggio sulla base della percentuale, calcolata sui rispettivi totali, del numero di comuni senza sportello o con uno sportello, della popolazione residente, delle imprese con sede legale in detti comuni e della relativa superficie.

Desertificazione bancaria: nel 2023 chiusi 593 sportelli

Nel primo semestre del 2023, le banche italiane hanno proseguito la riduzione della loro presenza fisica sui territori, chiudendo 593 filiali. Di conseguenza, i comuni “desertificati”, ovvero senza sportelli bancari, sono aumentati del 2,9%.

Le persone, ora, che vivono in comuni privi di filiali bancarie è aumentato a 4,2 milioni, con un incremento di 270.000 persone nel primo semestre dell’anno. Lo stesso vale per le imprese, che si trovano ad affrontare una situazione simile (17mila, 249mila in totale).

Le regioni più colpite da questa desertificazione bancaria sono le Marche (- 5%), in Lombardia (- 3,9%), Sicilia (- 3,6%), Lazio (- 2,9%), Umbria e Veneto (- 2,6%).

Male le città, resiste il Sud

Le nuove chiusure delle filiali bancarie hanno ridisegnato la mappa della desertificazione bancaria in Italia. La classifica, stilata secondo l’indice Ipd mostra che le grandi città italiane hanno una presenza bancaria scarsa, mentre il Sud del paese resiste meglio.

Al vertice, con lo stesso punteggio, ci sono Barletta-Andria-Trani e Brindisi (Puglia), Grosseto e Pisa (Toscana), Ravenna e Reggio Emilia (Emilia Romagna) e Ragusa (Sicilia). In queste sette province nessun comune è rimasto senza sportelli bancari.

Al secondo posto ci sono Bari (Puglia) e Livorno (Toscana), mentre al terzo posto troviamo Mantova (Lombardia), al quarto Siena (Toscana) e Venezia (Veneto), e al quinto Modena (Emilia Romagna). Le grandi città, dove i principali gruppi bancari hanno sede, si trovano in posizioni inferiori nella classifica: Milano è 16°, Trento (sede del gruppo cooperativo Ccb) è 19°, seguite da Roma (34°) e Napoli (41°).

Il fondo della graduatoria è occupato da Calabria e Molise. All’ultimo posto, appaiate, Vibo Valentia e Isernia, precedute da Campobasso e Cosenza. Rieti (Lazio), Verbano-Cusio-Ossola (Piemonte), Aosta (Valle d’Aosta), Avellino (Campania), Reggio Calabria e Catanzaro (Calabria) completano il quadro delle dieci province più desertificate.

Colombani: “ritmo insostenibile che mette a rischio l’economia dei territori e la coesione sociale”

“I dati mostrano che la desertificazione bancaria ha colpito le province italiane in modo molto difforme – ha commentato il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani – All’interno delle stesse regioni si registrano differenze marcate, mentre le grandi città, contrariamente alle attese, restano tutte fuori dalle prime posizioni. Inoltre alcune province del Sud, nonostante la fuga delle grandi banche, mostrano una sorprendente resilienza e si installano al vertice della graduatoria”.

“In generale, le realtà che occupano i primi posti – continua Colombani – si contraddistinguono per il radicamento delle piccole banche, che con il rialzo dei tassi d’interesse vedono premiato il loro modello di business incentrato sulla territorialità e sull’erogazione del credito. È un’ulteriore conferma che la biodiversità bancaria non è un costo, ma una ricchezza, soprattutto in un contesto che vede le grandi banche continuare a chiudere filiali: quasi 600 solo nei primi mesi del 2023. Un ritmo insostenibile – conclude – che mette a rischio l’economia dei territori e la coesione sociale”.

Mattarella all’assemblea Federcasse: “riconoscenti per la vostra presenza capillare”

Il tema della desertificazione bancaria è stato sollevato anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’assemblea di Federcasse, la Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali.

Mattarella, ha elogiato la presenza capillare sul territorio e nelle aree interne del paese delle Bcc (Banche di Credito Cooperativo), “La Repubblica vi è riconoscente” definendola in “controtendenza rispetto al fenomeno della desertificazione bancaria che potrebbe sembrare inarrestabile”.

“È significativo – ha sottolineato il Presidente – sapere che i cittadini di 723 Comuni hanno, come unica presenza bancaria, una banca cooperativa; e che un terzo degli sportelli è collocato in Comuni delle cosiddette aree interne. Si tratta di una funzione economica, si tratta di una funzione sociale, si tratta di un impegno nel solco dell’applicazione delle norme della Costituzione”.

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Categories: Economia e Imprese