Lo scenario dei prezzi del petrolio indica una tendenza al rialzo e gli operatori sono tutti ottimisti ma Eni continua a mantenere uno scenario conservativo a 60 dollari al barile. Così Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni ai microfoni di ‘Circo Massimo’. “C’e’ stato un evento importante che l’accordo tra i Paesi Opec e non Opec che ha una valenza economica ma anche politica ed ha rassicurato il mercato che c’è un regolatore che non fa scendere ne salire troppo i prezzi. Il prezzo e’ cosi’ saliti a 62-63 dollari anche per lo stop della pipeline in Uk. Con il taglio Opec di 1,8 milioni di barili e il fermo inglese di oltre 400 mila barili siamo a 2,2 milioni di barili in meno e siamo vicino al riequilibrio tra domanda e offerta. Inoltre le scorte stanno tornando sotto i 3 miliardi di barili, ai livelli di un anno e mezzo fa e tutti gli operatori sono ottimisti che ci sara’ un aumento dei prezzi”.
Come Eni “nei nostri scenari siamo ancora conservativi a 60 dollari al barile ma il bilanciamento fa presagire una salita” ha aggiunto il numero uno di Eni, che è anche intervenuto sul mercato del gas, dopo l’incidente al sito austriaco di Baumgarten. “Quello dell’hub di Baumgarten è in incidente anomalo – ha detto Descalzi -, perche’ negli ultimi 30 anni non mi ricordo un incidente del genere. Certo è gas russo che va totalmente all’Italia e abbiamo, come Eni, dovuto rimpiazzare 57 milioni di metri cubi che sono tanti“. “Comunque le riserve strategiche non sono state toccate, il sistema ha retto molto bene e fortunatamente stiamo verso una ripresa completa”.
L’evento ha comunque comportato un’impennata immediata dei prezzi, che Descalzi commenta a 360 gradi: “Ci sono due componenti che spiegano l’aumento dei prezzi del gas negli ultimi giorni e dopo l’incidente in Austria, che sono il momento molto freddo con un aumento dei consumi e con l’hub italiano che ha prezzi più alti e il fatto che abbiamo dovuto importare gas già legato ad altri contratti ricomprandolo e legandolo ai contratti italiani. Eni ha rimpiazzato il 50% del gas pagandolo di più e rivendendolo a prezzi più bassi. Mercoledì – ha detto – abbiamo fatto da ammortizzatore. Il sistema italiano ha punti di forza che sono gli stoccaggi e le reti esistenti. Noi per fortuna abbiamo l’Algeria e la Libia e abbiamo recuperato”.
In conclusione, “l’Italia dipende per oltre il 90% dall’estero, quindi siamo esposti al rischio. Il mercato ha una debolezza strutturale, manca di energia. Siamo a meno di 7 miliardi di metri cubi di produzione interna e le rinnovabili hanno una debolezza che dipende dal fatto che in inverno sono piu’ scarse: quindi il gas dovra’ trovare sempre di più diversificazione, che vuol dire più fonti e più Paesi dai quali importiamo”. Anche se la Russia si è rivelata un partner affidabile per l’Italia e per l’Europa.