La società può reggere bene anche con prezzi a 60 dollari al barile. A dirlo è l’ad di Eni Claudio Descalzi, parlando all’assemblea degli azionisti: “Ad un prezzo di 63 dollari al barile il nostro cash flow aumenta del 25% in quattro anni; se ipotizziamo un prezzo di 85 dollari avremo un aumento importante di 15 punti percentuali e arriveremo ad un aumento del 40%”.
Insomma, il calo dei prezzi del petrolio riduce la generazione di cassa potenziale del gruppo energetico italiano, ma non mette in alcun modo in difficoltà la compagnia che, secondo il suo ad, può vantare “un piano strategico solido, perchè ha il 90% dei progetti già selezionato”.
“Siamo i primi – ha proseguito Descalzi – come total shareholder return: da inizio gennaio siamo assolutamente in testa tra i competitor come ritorno agli azionisti come capital gain e dividendo”.