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Descalzi (Eni): “Guerra in Medio Oriente terribile ma impatto su produzione di gas marginale”

Imagoeconomica

Eni sta spostando progressivamente il proprio focus dal petrolio al gas, concentrandosi sulla produzione propria e riducendo i flussi russi, ma il nuovo conflitto scoppiato in Medio Oriente rende più difficile il percorso. Lo ha dichiarato l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi alla guida del gruppo energetico da quasi 10 anni, a margine della giornata che celebra i 70 anni dell’Eni. Descalzi, commentando l’impatto sul mercato energetico dell’attacco terroristico di Hamas a Israele, ha detto: “Sicuramente la guerra preoccupa sempre per gli effetti che ha direttamente sulle persone e la società. Abbiamo già visto ieri e l’altro ieri gli effetti sul mercato: il prezzo del gas che è salito leggermente e il prezzo del petrolio che aveva iniziato una leggera discesa è risalito”. L’Ad di Eni ha aggiunto però che “l’impatto sulla produzione di gas è marginale e sono tutti gli schemi e le possibili conseguenze che preoccupano il mercato che è ovviamente molto prudente. Bisogna capire l’evoluzione, ma non posso dire altro”.

Il timore è che la guerra in Medio Oriente possa avere un copione simile a quello dell’Ucraina. A due giorni dall’attacco a sorpresa di Hamas ad Israele gli effetti si sono sentiti sui prezzi del greggio e del metano interrompendo le tendenze al ribasso degli ultimi tempi. Ma è sul gas che per ora si ripercuotono più intensamente gli effetti negativi: dopo il + 16% messo a segno ieri (lunedì 9 ottobre) sul mercato di Amsterdam, la salita prosegue anche oggi. Le quotazioni sfiorano ormai i 50 euro per megawattora. Ad alimentare le preoccupazioni, l’interruzione da parte del governo israeliano della produzione nel secondo giacimento di metano più importante del Paese, quello di Tamar, perché troppo esposto ai missili da Gaza. E resta sempre il problema che l’Europa non si è ancora del tutto sottratta al gas russo.

Il Piano Mattei

Per trasformare l’Italia nell’hub europeo dell’energia “chiaramente il primo passo per noi è completare la sostituzione del gas russo. Questa è un passo importante, non semplicissimo, anche per le tensioni che si stanno verificando e adesso abbiamo un’altra guerra non lontana da noi. Il percorso, che era complesso, diventa anche più complesso”. Ha proseguito Descalzi a proposito del progetto del governo con il Piano Mattei. “L’Italia è posta in una posizione strategica, non solo perché hai i pipeline che la collegano alla Libia e all’Algeria, quindi al Nord Africa, ma anche perché ha una rete importante di gas a terminal Lng che sta crescendo”, prosegue. E “fortunatamente ha molti stoccaggi: siamo il Paese dopo la Germania che ha stoccaggi interni di dimensioni più importanti, ma abbiamo pure moltissimi giacimenti che sono arrivati alla fine della loro vita e che sono potenzialmente stoccaggi importanti per arricchire ulteriormente di potenzialità un Hub di sistema italiano”.

Descalzi: “Importante avere gas prodotto da noi”

Descalzi ha affermato che “l’elemento caratteristico che ha marcato questi 70 anni di storia è la capacità di Eni di evolversi nel tempo, il suo approccio pionieristico e il saper trasformarsi e anticipare i cambiamenti. Un punto importante della nostra trasformazione ed elemento a supporto della transizione è stato lo spostamento progressivo che, continuerà nei prossimi anni, dal petrolio al gas e, più in particolare, la focalizzazione sul gas da noi prodotto, rispetto a quello acquistato da terzi riuscendo ad avere un’indipendenza: questo ci ha consentito di essere presenti sull’intera catena del valore e consolidare il nostro rapporto con i Paesi in cui operiamo, in primo luogo in Africa, definendo alleanze di lungo termine e contribuendo allo sviluppo economico e sociale di tali Paesi”.

Meloni: “Eni un punto di riferimento per l’Italia”

“Oggi la questione energetica è strategica e certamente lo sarà sempre di più. La guerra in Ucraina ha innescato una crisi, da molti punti di vista, anche dal punto di vista energetico, ma questa crisi sono convinta che possa anche diventare un’opportunità. Come sempre. E l’opportunità può arrivare dalla nostra posizione geografica e dalla leadership che proprio aziende come Eni hanno saputo costruire”. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un videomessaggio trasmesso all’evento organizzato dal colosso petrolifero per i suoi 70 anni di vita. “La questione energetica è cruciale anche per dare una direzione più giusta e più equa alla transizione ecologica, che per noi deve camminare di pari passo con la sostenibilità sociale e con la sostenibilità economica – ha proseguito la premier -. Per farlo abbiamo bisogno di tutte le tecnologie: quelle già in uso, quelle che stiamo sperimentando e quelle che dobbiamo ancora scoprire. Rinnovabili, gas, biocarburanti, idrogeno, cattura dell’anidride carbonica, ma anche tutte quelle tecnologie che consentono di trasformare sempre di più l’economia da lineare a circolare”. E infine: “I ricercatori di Eni lavorano tutti i giorni alla grande sfida dell’energia da fusione, per dare concretezza a questa prospettiva incredibile di avere una fonte di energia pulita e illimitata”.

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Categories: Economia e Imprese