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Derby Inter-Milan: scudetto o Europa la vera posta in gioco

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Il gran giorno è arrivato. Inter e Milan si trovano di fronte per il derby della Madonnina numero 225 della storia (194 in campionato), con la consapevolezza che la posta in palio è ben più alta della “semplice” supremazia cittadina. Da una parte i nerazzurri di Conte, decisi ad agganciare la Juve in testa alla classifica, dall’altra i rossoneri di Pioli, chiamati a vincere per tenere vive le speranze europee: in mezzo il solito grande contesto, con un San Siro strapieno e gli occhi di tutto il mondo addosso. Sulla carta è favorita l’Inter, come del resto si evince dalla classifica che la vede superiore ai cugini di ben 19 punti: un dato che, sommato ai risultati degli ultimi dieci derby (5 vittorie nerazzurre, 4 pareggi e un solo successo rossonero), sembrerebbe quasi una sentenza.

“Invece parliamo di un Milan che vale molto più di quanto non dica la classifica e che ha acquisito forza con l’arrivo di Ibrahimovic – ha ribattuto Conte. – Sono contento che ci sia lo svedese, perché è un grande campione che rispetto molto. Cosa conta più di tutto nel derby? I tre punti, dobbiamo pensare solo a quelli”. Tanta carica per il tecnico nerazzurro, già capace di vincere la gara d’andata, anche se contro un altro Milan. Questo di Pioli, anche se i maligni lo definiscono più di Ibrahimovic, ha ritrovato punti e morale e si presenta alla sfida con due obiettivi: accorciare sulla Roma e cancellare la “maledizione derby”, visto che il successo manca dal 3-0 del 31 gennaio 2016 (in casa dell’Inter addirittura dal 2010). 

Quel giorno di 10 anni fa decise Ibrahimovic su rigore e il Milan, non a caso, si aggrappa proprio a lui per interrompere l’egemonia nerazzurra. Lo svedese ha lavorato a parte tutta la settimana con l’Inter nel mirino: uno dei motivi del suo ritorno, del resto, è proprio la partita odierna. “Ha svolto un programma personalizzato ma sta bene – ha spiegato Pioli. – Tutta la squadra però dovrà avere la sua faccia piena di carica, la verità è che loro sono davanti perché sono partiti molto meglio ma noi stiamo bene e abbiamo tutte le carte in regola per vincere”. Il derby delle parole dunque è finito in parità, ora però la palla passa al campo per quello vero ed è lì che si vedrà davvero come stanno le cose. Conte deve rinunciare agli squalificati Lautaro e Bastoni, all’indisponibile Gagliardini e all’acciaccato Handanovic, destinato alla panchina a meno di un clamoroso recupero dell’ultim’ora.

Il mercato però ha portato in dote un buon numero di alternative, e infatti il tecnico ha valutato diverse opzioni, scegliendone poi una decisamente inedita. Per la prima volta in stagione l’Inter scenderà in campo con un 3-5-1-1 che vedrà Padelli in porta, D’Ambrosio, De Vrij e Skriniar in difesa, Candreva, Vecino, Brozovic, Barella e Young a centrocampo, Eriksen sulla trequarti a supporto dell’unica punta Lukaku. Anche Pioli, dopo aver studiato gli avversari, è giunto alla conclusione che un centrocampista in più può rivelarsi fondamentale, ragion per cui il consueto 4-4-2 lascerà il posto a un 4-4-1-1 con Donnarumma tra i pali, Conti, Kjaer, Romagnoli e Hernandez nel reparto arretrato, Castillejo, Kessié, Bennacer e Rebic in mediana, Calhanoglu a supporto del faro Ibrahimovic.

Arbitro della sfida sarà Maresca, chiamato a dirigere al meglio una sfida vista in tutto il mondo (oltre 200 i Paesi collegati) e con più di 75 mila persone sugli spalti (ma il record d’incasso dell’ultimo Inter-Juventus resisterà, causa lavori che riducono la capienza). Per l’Inter c’è in palio un pezzo di scudetto, il Milan si gioca le residue chance di Europa: persino superfluo, insomma, dire che sarà battaglia vera. 

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