Il conto alla rovescia è cominciato. La Juventus sente odore di scudetto (matematico, s’intende) e non vede l’ora di festeggiare. Il titolo numero 31 (o 33, a seconda dei punti di vista) potrebbe arrivare addirittura oggi nel derby col Torino, ma solo in caso di vittoria e contemporanea sconfitta della Lazio in casa col Chievo. Sarebbe l’apoteosi per il popolo bianconero e, di conseguenza, l’incubo peggiore per quello granata.
“Credo sia molto difficile che questo accada – il pensiero di Allegri in conferenza stampa. – Il derby è sempre una partita complicata, il Toro sta bene ed è in corsa per l’Europa. Ci mancano 6 punti per festeggiare, non è questione di fretta ma necessità di risultati”. Sì, perché con lo scudetto in saccoccia si potrebbero preparare meglio le gare col Real Madrid, da venerdì pensiero fisso di tutto il mondo Juve.
L’obiettivo è chiudere il discorso entro mercoledì, quando allo Stadium arriverà la Fiorentina, è chiaro però che un regalo del Chievo sarebbe alquanto gradito. Guai però a dare per spacciato il Toro, pronto a tutto pur di non favorire la festa degli odiati cugini. Inoltre i granata sono stufi di perdere il derby: l’ultima vittoria risale all’ormai lontano 9 aprile 1995, 2-1 firmato Rizzitelli. Da allora sono passati 20 anni e numerose delusioni, fatte di 13 successi bianconeri e 4 pareggi.
L’ultimo scontro, pur segnando il ritorno al gol dei granata (prima del capolavoro di Bruno Peres bisognava andare indietro di 12 anni per trovarne uno!), non ha certo invertito la tendenza: la rete di Pirlo in pieno recupero ha confermato che questo, per il Toro, è davvero un derby stregato. Eppure Ventura e i suoi sono convinti di poter fare uno scherzetto alla Signora. Questione di cabala (prima o poi succederà), di pubblico (l’Olimpico, praticamente esaurito, sarà in gran parte granata) e, soprattutto, di stanchezza.
La Juve infatti viene dalla partita di Montecarlo e, realisticamente parlando, ha cominciato a pensare al derby solo da giovedì, il Toro invece prepara questo match da (almeno) una settimana. “Ce la metteremo tutta per sfatare questo tabù” il proclama del presidente Cairo, “dimostriamo a tutti che siamo noi i padroni della città” l’arringa di capitan Glik. La carica agonistica sarà a mille, riuscirà la Juve a sostenerla nonostante le fatiche europee? “Dovremo fare molta attenzione ma siamo pronti – la risposta di Allegri. – In questo momento della stagione non si può pretendere brillantezza, tra l’altro non mi sono piaciute le critiche dell’altra sera. L’obiettivo era la semifinale di Champions, punto e basta”.
Proprio le fatiche di Montecarlo, oltre che l’infrasettimanale con la Fiorentina, spingeranno il tecnico bianconero verso l’ormai consueto turnover. Il modulo sarà il 3-5-2, lo stesso scelto da Ventura per il Torino. In difesa, davanti a Buffon, giocheranno Ogbonna, Bonucci e Chiellini, con Barzagli in panchina. A centrocampo riposo forzato per Marchisio (squalificato), spazio a Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Pereyra e Padoin, con Evra a recuperare le forze. Lo stesso potrebbe (condizionale d’obbligo) toccare a Tevez: al suo posto, infatti, dovrebbe giocare Matri in coppia con Morata. Il Toro, come detto in precedenza, risponderà con lo stesso sistema in cui Maxi Lopez e Quagliarella, oltre al protagonista dell’andata Bruno Peres, saranno le punte di diamante. Qualche ora dopo (21) e molti chilometri più a ovest toccherà al Real Madrid, impegnato sul campo del Celta Vigo. Ma questa è un’altra storia, alla quale Allegri e i suoi dovranno pensare solo tra qualche giorno. Possibilmente con lo scudetto in bacheca.