Roma in paradiso, Lazio all’inferno. Perché è questo che i biancocelesti troveranno a Napoli domenica prossima, in quella che sarà una vera e propria finale per il terzo posto. Tutto questo per colpa dei giallorossi, capaci di vincere il derby e raggiungere così un doppio obiettivo: il secondo posto, da ieri matematico, e mettere nei guai gli odiati rivali. All’Olimpico è andata in scena una partita tesa, nervosa, a tratti persino divertente: alla faccia di chi, alla vigilia, ipotizzava una stracittadina romana all’insegna del “volemose bene”.
“Volevamo vincere e l’abbiamo fatto – il commento felice di Rudi Garcia. – Siamo noi i migliori della città, diciamo che la chiesa è rimasta al centro del villaggio”. Toni decisamente più amari in casa Lazio, dove si è passati, nel giro di una settimana, dall’euforia assoluta alla paura di perdere tutto. “E’ inevitabile essere amareggiati, se sommiamo questo derby alla finale di Coppa Italia c’è davvero tanto rammarico – ha ammesso Stefano Pioli. – Guai però ad abbatterci, siamo ancora vivi e il nostro campionato non finisce certo qui. Garcia? Evidentemente certi stranieri peggiorano quando arrivano in Italia, non mi interessa polemizzare ma di certo non ho nulla da imparare da lui”.
Strascichi inevitabili di un derby caldissimo, per lunghi tratti destinato al pareggio e finito invece per esplodere nel quarto d’ora finale. Per almeno un’ora Lazio e Roma giocano a non farsi del male, seppur con atteggiamenti diversi. Aggressivi i biancocelesti, sulla carta i più interessati alla vittoria, decisamente attendisti i giallorossi, a cui il pareggio, tutto sommato, sarebbe andato piuttosto bene. Ma dopo 70 minuti di tanti calci e poco calcio, ecco la giocata che spariglia le carte: Nainggolan apre per Ibarbo, assist al centro per Iturbe e tap-in vincente dell’argentino, di nuovo in gol dopo quasi 8 mesi (73’).
La mazzata costringe Pioli al tutto per tutto: fuori Mauri dentro Djordjevic, per un 4-2-4 ultra offensivo con Candreva, Klose e Felipe Anderson. La mossa funziona e sono proprio gli attaccanti a costruire il gol del pareggio: cross del brasiliano, sponda del tedesco, colpo di testa del serbo alle spalle di De Sanctis (82’). Tutto finito? Nemmeno per sogno. Perché la Roma, nonostante l’1-1 le consenta di mantenere il secondo posto, vuole far male agli odiati cugini. All’85’ Pjanic pennella su punizione e Yanga Mbiwa trova l’1-2 con un colpo di testa imparabile.
La festa giallorossa può cominciare fino a esplodere al triplice fischio di Rizzoli, con Totti e Florenzi scatenati sotto la Sud con tanto di magliette goliardiche. Una nota di sfottò in un clima irreale, reso ancor più pesante dalle notizie di cronaca nera. Nel prepartita infatti due tifosi sono stati accoltellati all’addome, riportando ferite da codice rosso pur senza essere in pericolo di vita. Un brutto vizio che, evidentemente, la parte sporca della Capitale non riesce proprio a perdere.