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Demografia: occorrono 2 milioni di persone dall’estero per mantenere lavoro e Pil ai livelli attuali

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Due milioni di persone devono arrivare dall’estero per mantenere occupazione e PIL ai livelli attuali. La glaciazione demografica ridurrà il numero degli occupati nel Nord Italia di 2,4 milioni entro il 2040. Le contromosse dell’attrazione dei giovani, della più alta occupazione femminile e dell’allungamento della vita lavorativa non basteranno a compensare il calo. E nemmeno saranno sufficienti gli afflussi dal resto d’Italia, che tenderanno a ridursi perché anche là opera la riduzione delle nascite.

Secondo le stime della Fondazione Nord Est occorrerà quasi un milione di lavoratori stranieri aggiuntivi; con le loro famiglie assommano a due milioni di persone estere in più rispetto a quelle presenti ora.

Le regioni che dovranno accogliere più immigrati sono Lombardia (528mila), Veneto (455mila), Piemonte (372mila) ed EmiliaRomagna (206mila). Il Veneto è penalizzato dai minori afflussi previsti dalle altre regioni d’Italia. All’opposto, l’Emilia-Romagna ha la più alta attrattività dal resto del Paese e, quindi, deve accoglierne meno in rapporto alla popolazione. Nessuna regione può farne a meno se non vuole perdere pezzi della sua economia. Maggiori saranno gli effetti che si conseguiranno dall’attrattività dei giovani, dalla piena partecipazione delle donne nel mondo del lavoro e dall’allungamento della vita lavorativa (fino a 67-70 anni), minore sarà la necessità di lavoratori immigrati.

Al contempo, le stime della Fondazione sono basate sul livello di occupazione attuale. Un aumento del fabbisogno di addetti per alimentare la crescita del PIL fa automaticamente salire il numero di
immigrati necessari, fino a più che raddoppiarli qualora si volesse crescere economicamente dell’1% l’anno o più (tra il 2006 e il 2023 il PIL italiano è aumentato dello 0,7% l’anno aggiungendo 1,1 milioni di
persone occupate).

I dati completi sono contenuti nella Nota 4 2024 della Fondazione Nord Est, l’ultima della serie sulle conseguenze per il mercato del lavoro della glaciazione demografica e incentrata sulle contromosse che
possono essere adottate per contrastarle. La Nota è disponibile sul sito della Fondazione.

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