Sono dati deludenti quelli che riguardano l’economia del Giappone dell’Abenomics. Nel trimestre ottobre-dicembre 2013 il Prodotto interno lordo giapponese è cresciuto solo dello 0,3% sui tre mesi precedenti (in linea con la crescita del periodo luglio-settembre), gli analisti si attendevano una crescita almeno pari allo 0,7%. Sull’anno l’aumento è stato dell’1 per cento (contro aspettative medie di un +2,8%); in termini nominali l’economia ha registrato una espansione dello 0,4 per cento.
Nel quarto trimestre 2013 i consumi sono saliti dello 0,5% (quinto mese consecutivo di crescita) e l’export dello 0,4% (dopo il declino dello 0,7% registrato nel trimestre precedente). E’ stato registrato anche un rialzo degli investimenti di capitale delle imprese (+1,3%), il maggior tasso di incremento in due anni, ma anche in questo caso gli esperti prevedevano dati diversi, migliori.
Nell’intero 2013 il Pil reale ha registrato dunque una crescita reale dell’1,6 per cento: un buon risultato per una economia avanzata, ma inferiore al +1,9% degli Usa ma ben oltre il -0,4% dell’Eurozona.
Ora si teme per i prossimi mesi, quando dal primo aprile l’imposta sui consumi passerà dal 5 all’8%, mentre nel primo trimestre 2014 il Pil è atteso in robusta espansione proprio per la corsa agli acquisti prima dell’aumento della pressione fiscale, il secondo e anche il terzo trimestre potrebbero far segnare una contrazione significativa, anche se il governo sta introducendo una seconda manovra di stimoli pubblici. Restano dubbi sul processo di introduzione delle riforme promesse dall’Abenomics.