La Deloitte pubblica la “Italy Private Equity Confidence Survey”, indagine semestrale che fornisce indicazioni in merito alle attese dei principali operatori italiani sull’andamento del settore Private Equity e Venture Capital.
L’analisi, svolta attraverso un questionario che ha coinvolto oltre cinquanta società di PE/VC, ha evidenziato come questo mercato sia fortemente condizionato dal perdurare della crisi. Emerge dai dati raccolti che il pessimismo degli operatori aumenti di semestre in semestre, a sottolinearlo è anche Elio Milantoni, partner di Deloitte, “dal confronto tra i dati della nuova indagine e quelli del secondo semestre 2011, in generale, le aspettative degli operatori segnalano un trend di sostanziale peggioramento degli indicatori che influenzano il mercato del PE/VC, caratterizzato da un numero crescente di attori che si dichiarano maggiormente pessimisti circa l’evoluzione della situazione macro-economica attuale, che non presenta ancora cenni di miglioramento”.
Nonostante un incremento del numero delle operazioni di media dimensione, a livello generale gli operatori prevedono un calo delle operazioni nei prossimi mesi. La concentrazione del 48% degli intervistati sarà orientata sulla ricerca e selezione di nuove possibilità d’investimento, in netto calo rispetto allo scorso trimestre (62,2%). Aumenta invece la percentuale di coloro che dedicheranno i mesi futuri alla gestione del proprio portafoglio di partecipazioni (al 15,6% al 28%) e alla raccolta di capitali (dal 13,3% al 22%) e cala il numero di coloro che si occuperanno della gestione dei processi di cessione delle partecipazioni (da 8,9% a 2,0%).
Per quanto riguarda invece i target di maggiore interesse, aumenta quello per le medie imprese del settore manifatturiero a discapito di quello industriale. Se si sposta la lente sulla localizzazione degli investimenti, il 52,1% degli operatori ha analizzato prevalentemente opportunità localizzate nel Nord-Ovest, il 29,2% nel Nord-Est, il 10,4% nel Centro e il 4,2% nel Sud e nelle Isole. Il restante 4,2% è invece localizzato all’estero.
Altri dati rilevanti riguardano un ulteriore contrazione dell’utilizzo della leva finanziaria nelle acquisizioni e i livelli di spread sui debiti Senior, in media, oltre i 300 basis points. Operatori sempre più cauti nel ricorrere a forme di finanziamento esterne. Emerge comunque una preponderanza del ricorso a finanziamenti attraverso Senior Debt erogati dalle banche commerciali e un incremento dei prestiti concessi dai soci e delle obbligazioni convertibili.
Il trend analizzato vede un allungamento dell’holding period medio delle partecipazioni (21,7%), un dato che altro non è che la reazione alla riduzione dei rendimenti ritenuti accettabili da parte degli operatori e alla riduzione dell’attesa dell’attività di disinvestimento. Infine sugli obiettivi di rendimento (Irr) degli operatori: il trend riscontrato evidenzia un numero crescente di operatori con aspettative di rendimento intermedie comprese nelle fasce 16%-20% (in crescita da 35,7% a 53,2%) e 21%-25%, (sostanzialmente stabile da 35,7% a 36,2%).
Allegati: cs_Deloitte_ PrivateEquity_2012_0112.pdf