Proviene dal Senato, e potrà prendere forma ufficiale già entro la settimana, la richiesta di ampliare ad altri soggetti, oltre agli attuali già abilitati, la possibilità di rappresentare e difendere i contribuenti dinanzi alle commissioni tributarie. Tutti i principali gruppi parlamentari, sia della maggioranza sia dell’opposizione, con esclusione di Forza Italia, hanno presentato emendamenti in tal senso, nell’ambito del progetto di legge delega per la riforma del sistema fiscale, già approvato dalla Camera e attualmente all’esame della commissione Finanze del Senato.
Nel progetto di legge, nato sulle ceneri del precedente disegno di legge delega presentato dal Governo Monti e decaduto con la fine della scorsa legislatura, è contenuta una norma specifica, l’attuale articolo 10, riguardante la revisione del contenzioso tributario. Obiettivi di questo intervento sono lo snellimento di alcune procedure e una miriade di iniziative per deflazionare il contenzioso e accelerare l’esito dei processi, anche con innovazioni nella composizione degli organi giudicanti e nella loro qualificazione professionale nonché con il ricorso alle nuove tecnologie informatiche e telematiche nella gestione degli adempimenti processuali.
Tra i principi di delegazione contenuti nella norma c’è attualmente, nel testo già approvato dalla Camera, l’innalzamento della soglia di valore delle controversie con il fisco sotto la quale ai contribuenti è consentito stare in giudizio personalmente, senza l’assistenza di un professionista abilitato, oggi fissata a 2.582,28 euro (gli ex 5 milioni di lire). E’ in questo ambito che numerosi senatori hanno presentato emendamenti di identico testo e volti al medesimo obiettivo: ampliare le categorie di soggetti cui sarebbe consentito di rappresentare i contribuenti dinanzi ai giudici tributari. La richiesta proviene da esponenti del Partito Democratico, del Nuovo Centro Destra, del gruppo Per l’Italia (costituito dai popolari usciti da Scelta Civica), ma anche del Movimento 5 Stelle e della Lega Nord. Questi emendamenti hanno già superato il primo sfoltimento delle iniziative emendative, che ha ridotto a una settantina circa le richieste di correzione del testo sulla delega fiscale proveniente dalla Camera.
Poiché l’intervento normativo avverrebbe nell’ambito di una legge di delegazione legislativa, gli emendamenti presentati si limitano a enunciare il principio dell’ampliamento dei soggetti abilitati alla difesa in giudizio, senza indicare quali debbano essere le nuove categorie ammesse. Attualmente, la possibilità di svolgere l’assistenza tecnica dei contribuenti è già piuttosto estesa, riguardando gli avvocati, i dottori commercialisti, i consulenti del lavoro, gli iscritti in particolari elenchi tenuti dall’Agenzia delle Entrate, ma anche i funzionari delle associazioni di categoria nonché molti altri professionisti specialisti per le controversie riguardanti le loro materie di competenza.
L’approvazione dell’emendamento ampliativo richiederebbe la successiva attuazione con decreto legislativo del Governo, nel quale dovrebbero essere individuati precisamente i nuovi oggetti ammessi alla difesa in giudizio.
Il programma dei lavori della commissione Finanze del Senato prevede di votare tutti gli emendamenti entro mercoledì 15 gennaio, in modo che il progetto di legge possa essere preso in esame dall’Assemblea di Palazzo Madama già nella settimana successiva.