Rotolano le Borse europee. L’allarme per la Grecia, assieme alla conferma dei prezzi in deflazione, è stato il segnale che ha fatto scattare una pioggia di vendite sui vari listini, a partire da Piazza Affari. Milano, dopo un avvio in moderato rialzo, ora registra un calo pesante, nell’ordine del 2%, in rapido deterioramento. L’indice Ftse Mib, rotta la resistenza a 24 mila punti, sta scivolando verso i 23 mila punti (23.138).
In profondo rosso anche la Borsa di Madrid (-1,97%). Parigi -1,29%, meglio di Francoforte (-1,74%). Londra -0,43%, in parte sterilizzata rispetto all’effetto Grecia. A guidare la caduta sono le banche, ma la discesa riguarda un po’ tutti i settori.
Frenano ancora i prezzi nell’Eurozona (-0,1% a marzo, contro -0,3% a febbraio). Il tasso di crescita dell’economia italiana nei prossimi dodici mesi difficilmente andrà oltre l’1%, rimanendo distante dal suo potenziale, benché la scena sia dominata da presupposti favorevoli.
Cresce ancora l’allarme per la Grecia. Il ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis, parlando a Washington, ha fatto chiaramente intendere che i soldi in cassa stanno per finire e che senza un accordo ci sarà il default. L’Europa non arretra di un millimetro e non intende sbloccare gli aiuti senza toccare con mano i progressi sulle riforme.
Intanto il tempo scorre: il 12 maggio Atene deve rimborsare circa un miliardo (750 milioni in conto capitale al Fmi). Altrimenti sarà inevitabile il default. Lo spread decennale nei confronti dei bund tedeschi (ormai allo 0,061%) veleggia a 1.240 punti base per un rendimento del decennale greco superiore al 12%, ai livelli più elevati dal 2012.
La forbice tra i Btp e i Bund rimbalza a 146 punti base, ai massimi dal 7 gennaio.
In Piazza Affari i prezzi si deteriorano con grande rapidità. Scende UnipolSai (-2,63%) nonostante la cessione per 61,4 milioni di euro del 4,6% di Sorin effettuata ieri sera con un “accelerated book building”. Sorin -2,1,% a 2,846 euro: la vendita è avvenuta a 2,81 euro per azione.
Accelera la frana delle banche. MontePaschi scende del 3,56%%, Ubi -3,73%, Popolare Milano -3,02%. Unicredit arretra del 3,14%%, Intesa -3,10%.
Nel risparmio gestito, prese di profitto su Anima (-4%). Azimut perde il 2,9%.
Sul fronte industriale, Fiat Chrysler perde lo 0,13% dopo un avvio positivo: ieri il Ceo Sergio Marchionne ha confermato i target del 2015.
“Siamo in avanzata discussione con Mediaset per un eventuale accordo commerciale sui contenuti.” Ha affermato stamane Marco Patuano, ad di Telecom Italia (-2,54%).
La finalizzazione dell’accordo con Telefonica su Gvt che prevede l’acquisizione da parte di Vivendi anche dell’8,3% del capitale dell’ex incumbent italiano dovrebbe avvenire tra “fine maggio e giugno, con la possibilità di andare a luglio”. Lo hanno detto i dirigenti di Vivendi all’assemblea dei soci.
Il closing dipende oltre dal via libera delle authorities “anche dalla realizzazione dell’aumento di capitale di Telefonica”, ha spiegato il Cfo Herve Philippe. Proprio i tempi dell’aumento di capitale spagnolo potrebbero portare la finalizzazione a luglio.
Petroliferi contrastati: Eni -0,7%, prese di profitto su Saipem (-4%), Tenaris -0,4%.