Def, e’ scontro a distanza tra Cnel e governo. Al viceministro Vittorio Grilli, che esclude ipotesi di patrimoniale, replica il Cnel che davanti alle medesime commissioni Bilancio di Senato e Camera dove era intervenuto il rappresentante dell’esecutivo sottolinea invece l’opportunita’ di intervenire sui patrimoni. Non solo: e di introdurre anche la Tobin tax.
Monitorare la ricchezza posseduta per verificarne la coerenza con il reddito e introdurre una “patrimoniale ordinaria”: e’ questa l’indicazione di Costanzo Jannotti Pecci, consigliere e presidente della commissione Politiche economiche. Il Cnel ritiene che “vadano rese rapidamente operative le indicazioni programmatiche del governo, che non hanno trovato ancora attuazione, relative al monitoraggio della ricchezza posseduta per verificarne la coerenza con i redditi denunciati nel corso degli anni e propone di accompagnare tale monitoraggio con l’introduzione di una patrimoniale ordinaria”.
Secondo il Cnel, inoltre, “il nuovo gettito derivante dal recupero di evasione e dai nuovi tributi non deve essere aggiuntivo ma deve essere destinato alla riduzione del prelievo sui redditi, e in particolare, alla riduzione del costo del lavoro. In tale contesto dovra’ essere valutato l’impatto delle imposte, anche di tipo patrimoniale, recentemente introdotte per verificarne il grado di equita’ e di progressivita'”. Intervenendo in questo modo si potrebbero diminuire le aliquote e ci sarebbe un effetto positivo anche rispetto all’adempimento spontaneo degli obblighi fiscali. “E’ opinione delle parti sociali che non sia piu’ rinviabile una profonda redistribuzione del prelievo, ampi margini di intervento rimangono in materia di evasione fiscale”.
Per il Cnel l’evenutale patrimoniale dovrebbe essere accompagnata dal varo della Tobin tax. Dice Jannotti Pecci: i piani di crescita ”non potranno essere finanziati da nuovo debito, ‘occorre perseguire la strada del reperimento di nuove risorse derivanti da una tassazione per le transazioni finanziarie”‘. Non solo: ”risorse ulteriori possono essere recuperate attraverso la spending review”.
Ma a marcare la distanza tra Cnel e governo c’e’ anche un’altra questione. “Come si fa a far ripartire gli interventi infrastrutturali se poi si tagliano le spese in conto capitale in maniera cosi’ significativa come previsto dal Def?”, chiede infatti il consigliere del Cnel. Jannotti Pecci rimarca ” il crollo delle spese in conto capitale, sia al livello centrale e sia a livello periferico” indicato dal Documento e commenta: “Questa previsione ci sembra francamente in contrasto con quanto affermato da presidente del Consiglio: ‘La ripresa non puo’ ripartire se non da una spinta alla produttivita’ che deve venire dagli investimenti infrastrutturali'”.
Altro punto di rilievi polemici, le spese delle Regioni. “Rileviamo che mentre per quanto riguarda la spesa per i consumi intermedi delle amministrazioni centrali c’e’ una flessione significativa, in linea con quelli che sono obiettivi del Def, la stessa cosa non e’ prevista per le amministrazioni periferiche, Regioni ed altri enti territoriali. Riteniamo che sia forse maturo il momento in cui valutare con attenzione, a 40 anni dalla loro istituzione, quello che le Regioni hanno rappresentato e soprattutto stanno rappresentando per l’economia del Paese”. Jannotti Pecci ricorda che le Regioni “dovevano avere un effetto propulsivo per l’economia, e avvicinare i livelli di Governo ai cittadini: abbiamo la sensazione – dice polemicamente – che probabilmente questo obiettivo istituzionale, costituzionale e democratico, non sembrerebbe essere stato raggiunto o sia molto lontano”.