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Decreto Sostegno, dai licenziamenti agli aiuti le 6 misure in arrivo

Pixabay

Una settimana, al massimo dieci giorni. Questi i tempi di attesa previsti per l’arrivo del nuovo decreto Ristori che con il governo Draghi cambia nome e diventa decreto Sostegno. Al suo interno dovrebbero trovare i nuovi aiuti alle imprese e al comparto dello sci, rimasto al palo dopo il nuovo stop alle riaperture stabilito dal nuovo dpcm. Prevista anche un’ulteriore proroga del blocco dei licenziamenti, mentre dovrebbero tornare i congedi parentali legati al Covid. Novità anche sul fronte fiscale.

Vediamo una per una le misure attese. 

DECRETO SOSTEGNO: FONDI PER I VACCINI

Due dei trentadue miliardi di scostamento di bilancio già approvati a gennaio dal Parlamento saranno utilizzati per i vaccini. I finanziamenti serviranno per il trasporto e la somministrazione, ma anche per lo sviluppo di vaccini e antivirali. Secondo Radiocor, allo scopo di accelerare con la campagna vaccinale, la bozza del decreto prevederebbe il coinvolgimento dei medici di base per la somministrazione del Siero anti-Covid. In seconda battuta saranno chiamati in causa anche i farmacisti.

RISTORI A PROFESSIONISTI E IMPRESE

Il nuovo decreto dovrebbe stanziare 2,7 miliardi di euro di finanziamenti a fondo perduto destinati ai professionisti e alle imprese con un fatturato fino a 5 milioni di euro. Rispetto ai precedenti decreti, con il nuovo provvedimento dovrebbe cambiare la platea dei beneficiari che non sarà più definitiva in base ai codici Ateco, ma sulla base del fatturato.

La viceministra dell’Economia, Laura Castelli, ha dichiarato a 24 Mattino, su Radio24, che il decreto partirà dalle proposte della maggioranza, “come la cancellazione dei codici Ateco”, ha spiegato.

Professionisti e imprese dovranno dimostrare di aver subito una perdita del 33% della media mensile del fatturato annuo 2019 rispetto alla media mensile del fatturato 2020. Le fasce di indennizzo dovrebbero essere: 

  • 30% per imprese e professionisti con un fatturato fino a 100mila euro annuo, 
  • 25% per imprese e professionisti con un fatturato da 101 a 400mila euro l’anno, 
  • 20% per imprese e professionisti con un fatturato 401mila a 1 milioni,
  • 15% da 1 a 5 milioni. 

Sarebbe in fase di valutazione anche un indennizzo per le startup. 

DECRETO SOSTEGNO: AIUTI ALLO SCI

Oltre agli investimenti a fondo perduto destinati a imprese e professionisti, la bozza del decreto Sostegno stanzia ulteriori 600 milioni di euro per la filiera-neve da ripartire in Conferenza Stato-Regioni. I fondi potrebbero essere erogati attraverso la nuova piattaforma Sogei e il Governo si impegnerebbe ad erogare tutti gli indennizzi entro il 30 aprile. Gli stanziamenti dovrebbero servire a sostenere le imprese e i lavoratori dello sci, che secondo quanto stabilito dal nuovo dpcm rimarranno fermi fino al 6 aprile. Una data che de facto fa saltare l’intera stagione invernale.

Per il settore della montagna, inoltre, potrebbe arrivare un intervento ad hoc, come richiesto dalle Regioni. Il provvedimento, ha dichiarato Castelli, “terrà conto degli alti costi fissi del settore”.

BLOCCO DEI LICENZIAMENTI

Secondo Radiocor il decreto Sostegno porterà con sé una nuova proroga del blocco dei licenziamenti. Lo stop potrebbe durare fino al 30 giugno. In parallelo il Governo continuerà a finanziare  la cassa integrazione Covid.

CONGEDO COVID

Con il nuovo decreto Sostegno dovrebbe tornare anche il congedo parentale Covid al 50% della retribuzione destinato ai genitori con figli sotto i 14 anni che a causa della chiusura delle scuole sono costretti a fare didattica a distanza. Il congedo era scaduto lo scorso 21 dicembre. Per i congedi dovrebbero essere stanziati 200 milioni.

FISCO

Infine le misure fiscali. In base alle indiscrezioni, il ministero dell’Economia potrebbe decidere di sospendere fino al 30 aprile le scadenze dei pagamenti delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio dovuti al primo marzo. Tra le misure allo studio anche lo stralcio per le cartelle di 5.000 euro comprensivo di sanzione e interessi dagli anni 2000 al 2015. Si tratta di circa 60 milioni di cartelle, con un costo di 1 miliardo nel 2021 e 1 miliardo nel 2022.

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Categories: Economia e Imprese