La Camera dei Deputati ha confermato la fiducia al governo sul decreto Pa. A votare a favore sono stati 203 deputati, 34 i contrari e tre gli astenuti. L’Assemblea passerà adesso all’esame dei 149 ordini del giorno, presentati quasi tutti dall’opposizione, che farà ostruzionismo. Il provvedimento va convertito in legge entro il prossimo 21 giugno.
Il decreto legge Pa, infatti, contiene tra le altre cose la stretta sui controlli della Corte dei Conti sulle spese del Pnrr e la proroga dello scudo erariale.
Corte dei Conti: cosa prevede il decreto Pa
L’emendamento ridimensiona i poteri di controllo della Corte dei Conti sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. I giudici contabili non potranno più effettuare il “controllo concomitante”, cioè in corso d’opera, sui progetti del Piano. Una decisione che ha provocato l’Ira di parte dell’opposizione (Pd e M5S, mentre Azione ed Iv sono a favore) che ha definito l’operazione “scandalosa”, sostenendo che l’emenamento “lede pesantemente gli equilibri tra poteri”.
Lo scontro tra Meloni e i magistrati
La linea dell’esecutivo resta quella degli ultimi giorni ed è stata ribadita alla Presidente del Consiglio in un’intervista a Quarta Repubblica, su Rete4: “La sinistra è molto in difficoltà. Non solo dice che c’è una deriva autoritaria se sulla Corte dei Conti proroghi le norme del governo Draghi. Sommessamente osservo che facciamo quello che ha fatto il precedente governo. Loro dicono che c’è una deriva autoritaria sulla Corte dei Conti che continua a fare i controlli, fa la relazione semestrale e nessuno le ha messo un bavaglio”.
I giudici contabili, però, ribadiscono la loro netta contrarietà dopo un’assemblea straordinaria convocata, su richiesta della base, proprio in concomitanza con l’approdo in Aula del provvedimento. “Non sono in gioco le funzioni della magistratura contabile ma la tutela dei cittadini”, è l’allarme lanciato dalla Corte. “La conferma dello scudo erariale – scrivono in una nota i magistrati – in assenza del contesto di emergenza pandemica nel quale è nato, impedisce di perseguire i responsabili e di recuperare le risorse distratte, facendo sì che il danno resti a carico della collettività. Al contempo, l’abolizione di controlli in itinere, su attività specificamente volte al rilancio dell’economia, significa indebolire i presidi di legalità, regolarità e correttezza dell’azione amministrativa”. Con la fiducia su questo testo – protestano intanto dall’opposizione – si mette un doppio bavaglio: ai giudici e al Parlamento.
A dar ragione al Governo è intervenuto nei giorni scorsi anche Sabino Cassese, presidente emerito della Corte Costituzionale, durante un incontro al Festival dell’Economia di Torino. “Ha fatto benissimo il governo a limitare il controllo preventivo della Corte dei Conti”, ha affermato Cassese. “Ci sono aspetti di merito sui controlli e di metodo sul modo in cui si è svolta questa vicenda che danno completamente ragione al governo e dimostrano che bisognerebbe che le grandi corporazioni dello Stato ripensassero al modo in cui agiscono nei confronti dello Stato di cui sono i rappresentanti”, ha spiegato.