È pronta la bozza del decreto legge per l’ex Ilva di Taranto che potrebbe essere esaminato dal Consiglio dei ministri venerdì 20 dicembre. Da un fondo da 50 milioni per i lavoratori ex Ilva a sgravi al 100% per chi assumerà gli esuberi del polo siderurgico, a nuovi accordi a partire da gennaio 2020: sono queste le principali voci dei 21 articoli di cui si compone la prima stesura del decreto Taranto, che prevede anche la “riconversione produttiva” della città, un nuovo sito di interesse nazionale che comprenda anche l’area di Statte e un nuovo commissario per la bonifica. Tra le altre misure ci sono la protezione dei cetacei per cui si parla di 250mila euro nel 2020 e screening gratuiti – esenti anche dal ticket – per la diagnosi precoce di malattie legate all’inquinamento.
Il pacchetto di misure per quello che è stato definito il ‘Cantiere Taranto’ è ancora in fase di valutazione tecnica e politica e al momento anche privo di coperture. Per gestire il problema degli esuberi, a partire dai lavoratori che già sono rimasti in carico alla gestione commissariale dell’ex Ilva, si stanno studiando diverse ipotesi, compresa quella di incentivare, con un bonus, chi dovesse accettare un nuovo lavoro lontano da Taranto e quella di rafforzare gli incentivi per i lavoratori a usufruire dell’assegno di ricollocazione. Il provvedimento, infatti, amplia le agevolazioni nel caso di assegno di ricollocazione sia dal lato lavoratore sia dal lato dell’azienda che assume: interviene sull’esenzione Irpef alzandola fino a 12 mensilità anziché nove; il contributo viene elevato dal 50% al 100% per quanto riguarda il trattamento di integrazione salariale; l’esonero contributivo è previsto al 50% per le assunzioni a tempo determinato fino a 4.030 euro annui e al 100% per assunzioni fisse.
Secondo la relazione tecnica al decreto, le assunzioni annue incrementali provenienti da cassa integrazione straordinaria sono stimate in 1.110, di cui 330 a tempo indeterminato: il 70%, secondo la relazione tecnica, avverrebbe nel 2020 e il 30% nel 2021 (viene ipotizzato un tasso di trasformazione da contratti a tempo determinato in indeterminato del 50%). I fondi stanziati sono pari a 30,7 milioni nel biennio. Anche in questo caso è prevista una compensazione per chi accetta un posto di lavoro distante dalla residenza: ai lavoratori che accettano un’offerta di lavoro a più di 150 chilometri di distanza dalla residenza e’ riconosciuto, per le spese di trasferimento, un contributo mensile, per 12 mesi, pari al trattamento di NASpI – indennità mensile di disoccupazione – che sarebbe stato corrisposto.
Gli esuberi dell’ex Ilva che, secondo il Governo, potranno
essere riassorbiti dal mercato del lavoro a tempo indeterminato sono 2.755,
solo il 21% dell’intera platea interessata pari a 13.117 unità. La stima emerge
dalla relazione tecnica al decreto legge Taranto, nel quale il Governo stanzia
37,2 milioni nel biennio 2020-2021 per gli sgravi al 100% destinati a chi
assume i lavoratori in NASpI licenziati da
Ilva-Arcelor Mittal (e altri 17,4 milioni nel 2022), sgravi che dovrebbero
avere “un effetto attrattivo” per i datori di lavoro: “A chi
assume negli anni 2020 e 2021 con contratto di lavoro subordinato a tempo
indeterminato i lavoratori è riconosciuto, per una durata non superiore a 36
mesi, ferma restando l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche,
l’esonero dal versamento del 100% dei contributi previdenziali a carico del
datore di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’Inail, nel
limite massimo di importo pari a 8.060 euro su base annua”, si legge
nella bozza.
Quanto agli ex lavoratori del polo siderurgico pugliese, il decreto prevede fondi per la cassa integrazione e gli assegni familiari per i 576 lavoratori dal 2017 presso l’Agenzia per la somministrazione del lavoro in porto e la riqualificazione professionale e cassa integrazione in deroga estesa a 12 mesi per le Regioni. Sempre in considerazione della “critica situazione occupazione” il ministero della Difesa assumerà nel triennio 2020-2022 315 operai specializzati per “rivitalizzare” l’Arsenale militare marittimo di Taranto. Previsti la rivalsa dell’Iva per le imprese creditrici nei confronti dell’amministrazione straordinaria, 5 milioni per l’abbattimento di strutture abusive per la riqualificazione della Città Vecchia di Taranto e un fondo per la valorizzazione delle bande e delle orchestre della città. Si prevede anche di destinare al Comune la quota dell’Imu sui capannoni di competenza statale.
Ma nella bozza del provvedimento non mancano i riferimenti a obiettivi che pongano la questione ambientale come prioritaria: il decreto dispone di un intervento normativo per rafforzare le Zone economiche speciali relativamente al Piano infrastrutture ultimo miglio e greenways. L’intervento è volto a velocizzare il completamento delle infrastrutture presenti, delle opere pubbliche incompiute funzionali allo sviluppo dei territori, il cui grado di avanzamento è pari almeno al 60% e il cui completamento ha subito ritardi per ragioni ascrivibili all’iter autorizzativo o a eventuali sequestri. Gli elenchi delle opere devono essere approvati dal Cipe che dispone l’assegnazione dei fondi. Per le nuove infrastrutture sono destinati 2 milioni nel 2020 e 5 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022 a valere sulle risorse del Fondo sviluppo e coesione. Un ulteriore beneficio a favore delle zone economiche speciali è previsto per le infrastrutture verdi finalizzate al turismo e alla mobilità dolce non motorizzata, cosiddette greenways, realizzata su linee ferroviarie dismesse a cui sono destinati 2 milioni nel 2020, 13 milioni nel 2021 e 13 milioni nel 2022. Altri fondi a valere sulla Manovra sono destinati alla “valorizzare l’identità culturale della città di Taranto”, come interventi di recupero, restauro, riutilizzo sostenibile e rigenerazione urbana, in particolare delle aree archeologiche, anche subacquee, storiche, artistiche e architettoniche, naturalistiche, paesaggistiche e ambientali per 100 mila euro nel 2020, 5 milioni nel 2021 e 10 milioni nel 2022.
Nella bozza si parla anche della creazione di un Polo universitario di Taranto per la sostenibilità ambientale e per la prevenzione delle malattie sul lavoro, con un finanziamento di 9 milioni l’anno per tre anni. Si valuta anche la proroga dell’Agenzia per la somministrazione del lavoro in porto e per la riqualificazione professionale fino al 2022, nella quale sono confluiti circa 530 lavoratori in esubero delle imprese per la movimentazione dei container.
Quanto al tema della salute, è previsto un programma straordinario di prevenzione e presa in carico assistenziale della popolazione di Taranto che stanzia 10,5 milioni l’anno per attività di monitoraggio, secondo un programma definito dalla Regione Puglia, screening volontari e gratuiti (esenti da ticket) per la diagnosi precoce delle patologie correlate agli inquinanti ambientali, indagini epidemiologiche. Inoltre, è previsto un piano di assunzioni di personale medico, con uno stanziamento di 12 milioni nel 2021 e 15 milioni nel 2022: il primo anno saranno assunti 75 medici, 61 infermieri e 22 tecnici sanitari; il secondo 90 medici, 80 infermieri e 34 tecnici sanitari.