L’Aula della Camera ha dato il via libera al Decreto Dignità con 312 voti favorevoli, 190 contrari e un astenuto. Il testo passa ora in seconda lettura al Senato. La maggioranza punta all’approvazione definitiva prima della pausa estiva, altrimenti si arriverebbe troppo a ridosso del 12 settembre, data di decadenza del decreto. È quindi molto probabile che la versione del testo uscita da Montecitorio sia quella definitiva e non è da escludere che, per blindare il provvedimento e tagliare i tempi, il Governo ponga la questione di fiducia a Palazzo Madama.
“Abbiamo vinto il primo round, ce l’abbiamo fatta, e senza la fiducia – ha commentato il vicepremier Luigi Di Maio – Ora c’è il Senato, lì i tempi sono più ridotti”.
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha pubblicato questo tweet:
Ecco tutte le misure contenute nel Decreto Dignità, a cominciare dalla novità più importante introdotta via emendamento alla Camera per riportare il sereno nei rapporti fra Governo e imprenditori.
BONUS ASSUNZIONI UNDER 35 FINO AL 2020
Le aziende che assumeranno a tempo indeterminato lavoratori under 35 beneficeranno degli incentivi attualmente in vigore – sconto contributivo triennale del 50% con tetto a 3mila euro – anche nel 2019 e nel 2020. Il bonus attivo fino a oggi, nella versione varata dal governo Gentiloni, prevedeva il dimezzamento dei contributi sulle assunzioni degli under 35 solo per quest’anno. Dal prossimo, l’asticella sarebbe scesa a 30 anni. L’emendamento al Dl dignità interviene proprio su questo punto, confermando la quota 35 anche per il 2019 ed estendendola al 2020. Il costo della misura è di 600 milioni fino al 2024, coperti in parte con un rialzo delle tasse sui giochi e in parte con le entrate derivanti dal previsto aumento dell’occupazione.
LAVORO: LICENZIAMENTI, RINNOVI, CAUSALI
Contratti a tempo indeterminato:
- l’indennità per i lavoratori licenziati senza giusta causa passa da un massimo di 24 mesi a un massimo di 36 mesi.
Contratti a termine:
- il limite massimo di durata dei contratti si riduce da 36 a 24 mesi;
- per ogni rinnovo a partire dal secondo è previsto l’aumento dello 0,5% del contributo addizionale (attualmente pari all’1,4% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali); l’aggravio non peserà sulle famiglie che hanno alle loro dipendenze colf o badanti (secondo Assindatcolf, il costo sarebbe stato di 160 euro a famiglia);
- le proroghe possibili si riducono da 5 a 4;
- tornano le causali: sarà necessario indicarle nei contratti più lunghi di 12 mesi e in tutti i rinnovi. Sono esclusi da questa novità i contratti dei lavoratori stagionali.
Tutela dell’occupazione con aiuti di Stato:
- se un’impresa riceve aiuti di Stato ma taglia posti di lavoro nei successivi 5 anni, i benefici le vengono revocati.
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PERIODO TRANSITORIO PER LE NOVITÀ SUL PRECARIATO
Le nuove regole per i contratti a termine non si applicano a proroghe e rinnovi siglati fino al 31 ottobre 2018.
LE SANZIONI PER CHI VIOLA LE REGOLE SUL PRECARIATO
Se viene stipulato un contratto di durata superiore a 12 mesi violando l’obbligo di causale, scatta automaticamente la trasformazione in contratto a tempo indeterminato.
E quando la somministrazione di lavoro “è posta in essere con la specifica finalità di eludere norme inderogabili di legge o di contratto collettivo applicato al lavoratore, somministratore e utilizzatore sono puniti con una ammenda di 20 euro per ciascun lavoratore coinvolto e ciascun giorno di somministrazione”.
VOUCHER ANCHE NEL TURISMO
I voucher potranno essere utilizzati anche nel settore del turismo, oltre che nell’agricoltura, ma solo per le attività fino a 8 dipendenti. Inoltre, come già previsto, potranno essere utilizzati come forma di pagamento per il lavoro di pensionati, disoccupati, studenti fino a 25 anni e percettori di forme di sostegno al reddito. La durata massima dell’utilizzo sale da tre a dieci giorni.
QUOTE CONTRATTI
La quota degli assunti con contratti a termine “non può eccedere il 30% del numero dei lavoratori a tempo indeterminato in forza presso l’utilizzatore al primo gennaio dell’anno di stipula del predetto contratto, con un arrotondamento del decimale all’unità superiore qualora esso sia eguale o superiore a 0,5”.
OFFERTE DI CONCILIAZIONE
In caso di licenziamento, l’offerta di conciliazione, che oggi può oscillare fra un minimo di una a un massimo di 18 mensilità, potrà essere fissata fra 3 e 27 mensilità.
MULTE A CHI DELOCALIZZA DOPO AVER PRESO SOLDI PUBBLICI
Le aziende che hanno ricevuto aiuti pubblici ed entro i successivi 5 anni spostano la produzione in altri Paesi riceveranno sanzioni da 2 a 4 volte il beneficio economico ottenuto, che andrà anche restituito con interessi maggiorati fino a 5 punti percentuali. Previsto anche il recupero dell’iperammortamento in caso di delocalizzazione o cessione degli investimenti.
COMPENSAZIONI CREDITI PA-DEBITI FISCALI
Le aziende hanno crediti con la Pa e debiti con il Fisco potranno la compensazione anche nel 2018.
GIOCO D’AZZARDO: STOP ALLA PUBBLICITÀ, SU LE TASSE
Dal 2019 sarà vietato fare pubblicità al gioco d’azzardo. I trasgressori saranno puniti con una sanzione pari al 20% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità (non più il 5%, com’era previsto dal testo originario del decreto), ma l’importo non potrà comunque essere inferiore a 50mila euro. Gli incassi andranno al fondo per il contrasto al gioco d’azzardo patologico. Restano le sanzioni da 100mila a 500mila euro per chi viola il divieto durante spettacoli dedicati ai minori. Sono escluse dallo stop alla pubblicità le lotterie a estrazione differita (come la Lotteria Italia) e i contratti in essere (ma al massimo per un anno).
Dal primo settembre il prelievo erariale unico (PREU) salirà al 19,25% sulle slot machine e al 6,25% sulle video lotterie. Un altro rialzo dello 0,25% su entrambi i giochi arriverà il primo maggio dell’anno prossimo. Gli incrementi serviranno a coprire il calo degli incassi Iva prodotto dal divieto di pubblicità.
TESSERA SANITARIA PER LE SLOT
Per giocare alle slot machine sarà necessario inserire nell’apparecchio la tessera sanitaria, “al fine di impedire l’accesso ai giochi da parte dei minori”. Le slot non omologate dovranno essere eliminate entro il 2020.
LOGO “NO SLOT” PER I BAR
Il Mise istituirà il logo “no slot” per le attività commerciali che non hanno installato apparecchi di intrattenimento.
“NUOCE ALLA SALUTE” ANCHE SUI GRATTA E VINCI
Come sui pacchetti di sigarette, anche sui gratta e vinci comparirà la scritta “nuoce alla salute”. I tagliandi dovranno contenere messaggi sui rischi connessi al gioco d’azzardo “in modo da coprire almeno il 20%” della superficie “su entrambi i lati”. I vecchi tagliandi senza avvertenza potranno essere venduti ancora per un anno dalla data di conversione del decreto.
FATTURA ELETTRONICA: PER BENZINAI L’OBBLIGO SLITTA AL 2019
Il Decreto Dignità ha assorbito il provvedimento che rinvia al primo gennaio la norma sulla fatturazione elettronica, che altrimenti sarebbe stata obbligatoria dal primo luglio di quest’anno per il settore dei carburanti.
ASSUNZIONI REGIONI PER CENTRI IMPIEGO
Per il triennio 2019-2021 una quota delle assunzioni autorizzate delle regioni, da definire in Conferenza Stato-Regioni, sarà “dirottata” per il potenziamento dei centri per l’impiego.
ALTRE MISURE
Proroga per gli insegnanti diplomati alle magistrali entro il 2001-2002. I licenziamenti imposti dalla sentenza del Consiglio di Stato slittano di 120 giorni, al 30 giugno 2019. Per risolvere la situazione è in arrivo un concorso straordinario aperto ai laureati in scienza della formazione e alle insegnanti diplomate magistrali con almeno due anni d’insegnamento negli ultimi 8.
Salta il tetto di 36 mesi per i contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola. La misura era contenuta nella riforma scolastica del 2015.
Lo split payment, cioè la trattenuta diretta dell’Iva da parte dello Stato, viene abolito per i professionisti.
Lo Spesometro prevede ora un solo adempimento l’anno. La scadenza per l’invio dei dati del terzo trimestre 2018 è rinviata da fine novembre a fine febbraio 2019, insieme all’invio dei dati relativi al quarto trimestre.
Redditometro: stop ai controlli dal 2016.