Le aziende che assumeranno a tempo indeterminato lavoratori under 35 beneficeranno degli incentivi attualmente in vigore – sconto contributivo del 50% con tetto a 3mila euro – anche nel 2019 e nel 2020. Sarebbe questa la principale modifica al Decreto Dignità concordata fra M5S e Lega per rendere il provvedimento meno indigesto alle imprese e allo stesso tempo favorire l’occupazione stabile.
Il bonus attivo oggi, nella versione varata dal governo Gentiloni, prevede il dimezzamento dei contributi sulle assunzioni degli under 35 solo per quest’anno. Dal prossimo, l’asticella scenderebbe a 30 anni. L’emendamento al Dl dignità interviene proprio su questo punto, confermando la quota 35 anche per il 2019 ed estendendola al 2020.
Non è chiaro se questo correttivo basterà a placare lo scontro in corso fra il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, e il presidente dell’Inps, Tito Boeri, che ha previsto una perdita netta di 8mila posti l’anno a causa del pacchetto anti-precariato che costituisce il cuore del decreto.
Ma, a quanto pare, i parlamentari potrebbero mettere a punto un ulteriore emendamento proprio per addolcire quelle misure così sgradite all’Inps e a Confindustria. Così com’è, il Dl aumenta dello 0,5% il contributo addizionale su ogni rinnovo a partire dal secondo. L’idea è di restituire alle aziende la somma corrispondente a questo aumento del costo del lavoro nel caso in cui il contratto venga trasformato da precario a tempo indeterminato.
Ci sono però due problemi. Primo, le cifre in gioco sono talmente esigue che difficilmente convinceranno gli imprenditore a cambiare politica sui contratti: si parla al massimo di un risparmio pari a 110-120 euro l’anno per ogni lavoratore stabilizzato.
Secondo, questo incentivo è già in vigore. Dal 2012. A introdurlo fu proprio la legge Fornero tanto vituperata dagli esponenti dell’attuale governo. Quella riforma prevedeva un aggravio dell’1,4% sui contratti a termine, cui si sommerà lo 0,5% varato con il Decreto Dignità. Solo che già il provvedimento del governo Monti già prevedeva la restituzione del maggior costo in caso di stabilizzazione del contratto.
L’ammissibilità dei circa mille emendamenti presentati al Dl Dignità sarà valutata lunedì. Il giorno successivo si comincerà a votare in commissione e da mercoledì il decreto sarà in Aula. “Metteremo la fiducia solo se c’è ostruzionismo”, fa sapere Di Maio.