Credito d’imposta del 30% per la ristrutturazione degli alberghi e del 65% per le donazioni dei privati che contribuiscono al restauro di beni culturali. Queste le novità principali introdotte oggi dal Governo con il decreto Cultura.
“Ancora misure di riduzione fiscale e di semplificazione per restituire al nostro Paese le qualità che gli vengono riconosciute – ha commentato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, al termine del Consiglio dei ministri –. Il provvedimento s’inserisce nello stile del governo: emaniamo decreti per risolvere i problemi più urgenti e per far ripartire il turismo, ma poi avviamo una consultazione che – nel caso del turismo – tra sei mesi porterà alla ristrutturazione completa del settore. Ma intanto era importante dare incentivi fiscali”.
Il ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, ha precisato che al credito d’imposta del 30% per gli interventi di ristrutturazione del patrimonio alberghiero si aggiunge l’incentivo alla digitalizzazione delle imprese turistiche. Bonus che, peraltro, sono cumulabili.
Il cuore del provvedimento è però il cosiddetto “Art bonus”: ogni privato che donerà allo Stato risorse per il restauro di beni culturali potrà godere di un credito d’imposta pari al 65% della somma donata, ammortizzabile in tre anni.
La misura prevede dunque “agevolazioni per atti di mecenatismo, non per sponsorizzazioni o altre cose – ha spiegato ancora Franceschini –. Parliamo di una liberalità donata al pubblico, che attualmente ha una detrazione pressoché insignificante, mentre con l’Art bonus ci mettiamo al fianco di Paesi come la Francia, dove la legge sul mecenatismo ha portato risultati straordinari”.
Il ministro ha detto quindi di rifiutare i “tabù tardo-ideologici” sull’ingresso dei privati nella cultura, “perché se un privato vuole dare un contributo deve essere accolto a braccia aperte e noi gli offriamo un incentivo fiscale con un credito di imposta del 65% che va ammortizzato in tre anni, nel limite del 5 per mille del fatturato delle imprese o del 15% dell’imponibile del privato. Quindi si possono fare donazioni anche importanti”.