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Decreto Caivano: carcere per chi non manda i figli a scuola, daspo urbano a 14 anni. Ecco tutte le misure contro la criminalità giovanile

Imagoeconomica

Dopo i fatti di Palermo e Caivano arriva la stretta del Governo sulla criminalità giovanile. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato un decreto che inasprisce le pene dei reati commessi da minori, rendendo anche più facile che finiscano in carcere. 

Le parole della Premier Meloni sul decreto Caivano

“Volevo essere qui perché penso che il lavoro che abbiamo portato oggi in Cdm sia fatto di norme importanti su alcune materie in cui in passato lo Stato ha preferito di occuparsi di altro, ha dato il segnale che su alcune questioni era meglio non entrare e metterci la faccia perchè pericoloso. Io penso che quello di oggi è un segno di uno Stato che decide di mettere la faccia in materie complesse e difficili da risolvere” ha detto la premier Giorgia Meloni.

Il lavoro per riqualificare Caivano “durerà qualche anno con una presenza cadenzata del governo, ho detto ai ministri che ognuno di loro deve andare per portare i propri ‘mattoni’. Inviamo un commissario che possa parlare con tutti gli attori ed insieme facciano un lavoro che durerà molto tempo, ha affermato Meloni.

“La seconda leva che abbiamo utilizzato è una stretta sulla criminalità minorile, tutti i fatti di cui parliamo vedono protagonisti dei minori. E le norme che abbiamo approvato sono frutto di una interlocuzione avviata con la visita a Caivano” ha precisato la premier.

 “Bisogna affrontare il tema della dispersione scolastica con determinazione: bisogna garantire l’obbligo scolastico. Basta minorenni che girano armati”, ha aggiunto la presidente del Consiglio che poi ha ribadito che quelle approvate “non sono norme repressive ma di prevenzione”. “Abbiamo stanziato i primi 30 milioni di euro ma non pensate che il governo li considera sufficienti, verranno stanziate tutte le risorse che servono per vincere questa sfida”. 

Cosa c’è nel “decreto Caivano” sulla criminalità giovanile

Sono 14 gli articoli che compongono il decreto «Recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile». Lo scopo è quello di “coniugare repressione delinquenza minorile con percorsi rieducativi”, ha spiegato il ministro  della Giustizia Nordio nel corso della conferenza stampa post cdm. 

In base a quanto previsto, sarà più facile per i minori finire in carcere: il decreto approvato abbassa da 9 a 6 anni la soglia della pena che consente di applicare la misura della custodia cautelare.

Il ministro Nordio ha anche precisato che “siamo intervenuti nei confronti dei genitori e di chi esercita la potestà. Perché la fonte della delinquenza risiede molto spesso nella scarsità di senso civico delle famiglie”. Nel testo. “viene rafforzata la sanzione nei confronti dei genitori che abbandonano i figli e non li fanno andare a scuola. Prima questo reato di dispersione assoluta era punito con una sanzione platonica, noi l’abbiamo elevato al rango di delitto, con la pena della reclusione fino a 2 anni. Crediamo che così venga direttamente aiutato il minore”, ha detto Nordio.

Ci sarà il trasferimento degli ultra 18enni nelle carceri ordinarie solo in presenza di presupposti gravissimi” ha detto il Guardasigilli spiegando che accadrà se questi giovani adulti turbano l’ordine degli istituti, impediscono l’attività di altri detenuti, usano violenze e minacce e si avvalgono dello stato di soggezione che hanno indotto in altri detenuti. Il trasferimento non sarà automatico “ma soggetto all’ autorizzazione del magistrato di sorveglianza”. 

Il ministro dell’Interno Piantedosi ha annunciato che il daspo urbano verrà esteso ai minori sopra i 14 anni. Si tratta, ha spiegato il ministro, “dell’allontanamento da alcune zone della città per chi è responsabile di comportamenti che aggravano il disordine urbano. Sarà valido anche per minorenni ultra 14enni”. Inoltre, “si interviene anche sull’altro provvedimento del daspo per l’uso di stupefacenti, con l’allontanamento dalla frequentazione di certi luoghi, sedi universitarie, scuole, locali pubblici, ampliando anche la platea dei reati per il daspo, ricomprendendo reati di semplice detenzione di sostanze stupefacenti. Vengono anche rafforzate le misure di contrasto ai disordini in luoghi pubblici, ampliata la platea dei reati presupposto come il porto d’armi, la violenza, la resistenza a pubblico ufficiale o se già destinatario di misure cautelari in carcere, viene aumentata la pena per l’arresto per porto di strumenti atti ad offendere, aumentando la contravvenzione, e la pena per porto e abuso di armi bianche, infine inasprimento verso spaccio di stupefacenti di lieve entità per minori, sempre ultra 14enni”.

Nel decreto legge Caivano si introduce inoltre “un aumento della sanzione per lo spaccio di lieve entità con l’arresto in flagranza del minore”, ha aggiunto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, spiegando inoltre che L’istituto dell’ammonimento del questore viene esteso anche ai minorenni di età compresa tra i 12 ed i 14 anni per reati con pena non inferiore a 5 anni”. 

Cosa non c’è: fuori l’abbassamento dell’età per l’imputabilità e la stretta su siti porno e cellulari

Nel testo non c’è invece l’abbassamento dell’età per l’imputabilità (si era ipotizzato che potesse scendere da 14 a 12 anni). “Non si è minimamente intervenuto sulla imputabilità del minore – ha detto Nordio – Abbiamo letto articoli sulla stampa riguardo la responsabilità penale, in cui si parlava di abbassare il limite 14 a 12 anni. Tutto questo sarebbe stato contrario alla razionalità e all’etica. Non è stato fatto. Sono stati previsti criteri preventivi di ammonimento che non hanno a che fare con l’irrogazione della pena”.

Non ha trovato spazio nel testo la stretta sull‘accesso dei minori ai siti porno di cui tanto si era parlato nei giorni scorsi. La norma voluta dalla ministra Roccella è infatti stata esclusa dal Dl. “Quando il ministro Roccella ha parlato dell’età del primo accesso ai siti pornografici, 6-7 anni, ho visto le facce di alcune madri e anche la mia”, ha detto la premier Giorgia Meloni chiarendo che questa materia va affrontata d’impatto. E il governo è partito con il parental control. Poi ci si interroga sulle modalità di accesso ai siti, “una materia su cui non considero giusto intervenire per decreto ma è molto importante e su cui anche il parlamento deve intervenire”.

Dal decreto è stata eliminata anche la stretta sui cellulari. Nella versione del provvedimento approdata sul tavolo del Governo era prevista l’estensione ai quattordicenni dell’avviso orale del Questore che, nel caso in cui il giovane risultasse condannato – anche non in via definitiva – avrebbe potuto vietare l’utilizzo di social, web, telefoni cellulari e pc. Nella versione definitiva la misura non c’è. 

Il Commissario straordinario per Caivano

Il decreto legge, denominato Caivano, “prende spunto dalla presenza della premier Giorgia Meloni e di altri ministri una settimana fa in quel luogo dopo il terribile episodio di cronaca che ha sconvolto l’Italia ed intende individuare un modello d’intervento che varrà nell’immediato per Caivano e poi, ricorrendone le condizioni, per altre aree degradate del Paese. È un modulo che prende in considerazione non solo la piaga della criminalità minorile, ma anche l’offerta di qualcosa di positivo e di alternativo alla strada, allo spaccio. Misure in larga parte sollecitate da magistrati e forze di polizia che abbiamo incontrato lì, da don Patriciello ad altri”, ha detto il sottosegretario Alfredo Mantovano, in conferenza stampa.

Tra le novità principali emerse oggi c’è infatti l’introduzione di un Commissario straordinario, Fabio Ciciliano, per Caivano, la cittadina del napoletano al centro di uno dei più efferati fatti di cronaca delle ultime settimane. Ciciliano gestirà i 30 milioni di euro che il decreto legge destina al piano di interventi volto a fronteggiare le situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile presenti nel territorio.

 “Questo decreto legge – ha detto ancora Mantovano – intende individuare un modello di intervento che varrà nell’immediato per Caivano e poi, a scadenze successive, per lo stesso territorio”, ma “anche per altre aree particolarmente degradate”, purché ne ricorrano “le condizioni”. 

Rinviato il blocco Euro 5 in Piemonte

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto che ferma il blocco dei veicoli Euro 5 in Piemonte. “L’obiettivo più importante da raggiungere, nel più breve tempo possibile, era quello di scongiurare il blocco dei veicoli Diesel Euro5 in Piemonte a partire dal 15 di settembre. Ci siamo riusciti ma la soluzione non era semplice e il risultato per nulla scontato” ha commentato il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Il decreto legge rimanda al 1° ottobre del 2024 il blocco delle vetture diesel Euro5 in 76 comuni del Piemonte.

Via libera al decreto per il Sud e ai fondi per l’Emilia Romagna Alluvionata

Il Consiglio dei ministri ha dato via libera approvato anche al decreto Sud che, tra le altre cose, istituisce la Zes unica per il Mezzogiorno e stanzia dei 45 milioni per Lampedusa. Nel provvedimento entrano incentivi per lo sviluppo del Meridione.

Il Governo ha infine stanziato 5.395.000 di euro per la realizzazione degli interventi necessari dopo l’alluvione dell’autunno dello scorso anno in Emilia Romagna. Il provvedimento riguarda in particolare il territorio dei Comuni di Comacchio, Goro e Codigoro, in provincia di Ferrara, di Cesenatico, Gatteo e Savignano sul Rubicone in provincia di Forlì-Cesena e nel Comune di Ravenna. “Si tratta – ha spiegato il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare Nello Musumeci – di un intervento aggiuntivo rispetto allo stanziamento di oltre 16 milioni (esattamente 16.173.000) di euro già disposto, con delibera del 2 febbraio scorso; la somma sarà attinta dal Fondo per le emergenze nazionali della Protezione civile e verrà destinato alla realizzazione delle attività di soccorso e assistenza alla popolazione colpita e agli interventi più urgenti”.

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