Dopo settimane di stallo e minacce a vuoto, oggi gli spettatori della telenovela sulla decadenza di Silvio Berlusconi attendono almeno due novità. Primo: il Cavaliere dovrebbe finalmente rendere pubblico il videomessaggio atteso da giorni, dopo le modifiche dell’ultimo minuto apportate ieri. Secondo: la Giunta per le elezioni e le immunità del Senato è chiamata a votare sulla relazione di Andrea Augello (Pdl), che ha chiesto di confermare il seggio all’ex Premier nonostante la condanna definitiva a quattro anni per frode fiscale.
Il videomessaggio dovrebbe essere diffuso all’inizio del pomeriggio. Secondo le indiscrezioni, nella registrazione Berlusconi non chiede di avviare la crisi di Governo. Il Cavaliere ribadisce semplicemente la propria autodifesa, attaccando i suoi presunti persecutori – in primo luogo magistrati ed esponenti del Pd -, ma soprattutto lancia ufficialmente il progetto per rifondare la sua vecchia creatura, Forza Italia.
Sembra che l’ex Premier intervenga anche sul pronunciamento della Cassazione in merito alla condanna di Fininvest per il Lodo Mondadori. Da un punto di vista strettamente mediatico, inoltre, è chiaro che la tempistica scelta per la pubblicazione punta anche a far passare in secondo piano la riunione della Giunta.
Il voto dei senatori arriverà in serata ed è praticamente scontato che sarà sfavorevole a Berlusconi: Pd, M5S e Sc, favorevoli alla decadenza, hanno la maggioranza in Giunta con 13 voti su 23. Dopo questo primo pronunciamento, il presidente della Giunta, Dario Stefàno (Sel), dovrà individuare un nuovo relatore (probabilmente nominerà se stesso) e convocare, dopo un intervallo di dieci giorni, la seduta pubblica di “contestazione” della carica parlamentare, nella quale Berlusconi in persona o i suoi legali potranno portare nuove ragioni contro la decadenza.
A quel punto la Giunta si riunirà in camera di consiglio per deliberare. Infine, la pratica sarà trasmessa al presidente del Senato, Pietro Grasso, che dovrà calendarizzare il voto dell’Aula, cui è affidata l’ultima parola (quasi certamente a scrutinio segreto). L’atto finale dovrebbe andare in scena a metà ottobre, ma non è escluso che Berlusconi scelga di giocare d’anticipo, dimettendosi dal Senato prima del voto definitivo.
La legge Severino prevede l’esclusione dal Parlamento per i condannati a pene superiori ai due anni e ieri proprio l’ex Guardasigilli, Paola Severino, ha ricordato come l’anno scorso “su quella legge ci fosse l’accordo di tutti”.