Lo scontro sulla decadenza di Silvio Berlusconi dal Senato è ancora il leitmotiv della politica italiana. E mentre i lavori in Giunta proseguono, montano già le polemiche sul prossimo voto in Aula: segreto o palese? Intanto, si rincorrono le voci sulle possibili dimissioni del Cavaliere, che punterebbe a giocare d’anticipo. Oggi, inoltre, l’ex Premier potrebbe diffondere un videomessaggio per rilanciare ufficialmente Forza Italia, ma si parla anche di una seconda puntata da pubblicare nei prossimi giorni per attaccare gli oppositori e al tempo stesso confermare la fiducia al governo Letta.
LA GIUNTA
La Giunta per le elezioni e le immunità di Palazzo Madama continua oggi la discussione generale sulla decadenza del Cavaliere dalla carica di senatore dopo la condanna definitiva per frode fiscale, come prescritto dalla legge Severino. “Questa mattina, con gli ultimi nove interventi, concluderemo la discussione generale – ha detto il presidente della Giunta, Dario Stefàno (Sel) – . Il calendario non si modifica, domani sera è previsto il voto”.
I senatori si esprimeranno sulla relazione di Andrea Augello (Pdl), che propone di confermare – almeno per il momento – l’elezione di Berlusconi. Il relatore vorrebbe che la Giunta chiedesse un parere sulla legge Severino alla Corte Costituzionale o alla Corte di Giustizia europea e attendesse il responso prima di esprimersi sull’esclusione dell’ex Premier dal Parlamento.
La proposta di Augello sarà certamente bocciata (Pd, M5S e Sc, favorevoli alla decadenza, hanno la maggioranza in Giunta con 13 voti su 23). A quel punto Stefàno dovrà individuare un nuovo relatore (probabilmente nominerà se stesso) e convocare, dopo un intervallo di dieci giorni, la seduta pubblica di “contestazione” della carica parlamentare, nella quale Berlusconi in persona o i suoi legali potranno portare nuove ragioni contro la decadenza. Poi la Giunta si riunirà in camera di consiglio per deliberare e passerà la pratica al presidente del Senato Pietro Grasso, che dovrà calendarizzarla il voto dell’Aula. All’assemblea di Palazzo Madama è affidata l’ultima parola, un atto finale che dovrebbe svolgersi a metà ottobre.
IL VOTO DELL’AULA: SEGRETO O PALESE?
Il regolamento del Senato prevede che una votazione di questo tipo si svolga a scrutinio segreto, ma c’è già chi chiede di modificare le regole per evitare che il Cavaliere possa essere favorito da eventuali colombe protette dall’anonimato. “Il voto segreto può nascondere qualche forza politica che oggi si erge a paladina della legalità e poi nel segreto dell’urna può fare qualche strano giochetto e farlo ricadere sul Pd”, ha detto la senatrice democratica Stefania Pezzopane.
Saranno i grillini a presentare oggi un disegno di legge per modificare il regolamento. Grasso non è affatto contrario: “Se c’è la possibilità di cambiare il regolamento e le forze politiche possono trovare la forza di cambiarlo, non sarà il presidente del Senato a impedirlo”.
I VIDEOMESSAGGI DI BERLUSCONI
E’ partito il conto alla rovescia per il videomessaggio in cui Berlusconi rilancia la sua antica creatura, Forza Italia, e ribadisce che intende “restare in campo” per continuare “la battaglia per la libertà”. Secondo le ultime indiscrezioni, il video dovrebbe essere consegnato oggi al Tg1, ma probabilmente non sarà un intervento isolato.
Si parla anche di un secondo videomessaggio che il Cavaliere potrebbe diffondere dopo il voto della Giunta. Una nuova puntata in cui l’ex Premier si difenderà agli occhi dell’opinione pubblica attaccando i suoi presunti persecutori – magistrati e Pd in primo luogo –, ma confermando anche l’appoggio al governo Letta per “senso di responsabilità verso il Paese”. E non è escluso che, a quel punto, il Cavaliere possa giocare d’anticipo, scegliendo la strada delle dimissioni anticipate per evitare l’umiliazione del voto in Aula.
LETTA E NAPOLITANO
Intanto, ieri sera, dagli studi di Porta a Porta, il Premier si è scagliato contro chi mette ancora in discussione la tenuta della maggioranza: “Né io né il presidente della Repubblica faremo i parafulmini che tengono in piedi tutto il sistema – ha tuonato Letta –.Negli ultimi giorni si è alzato il livello dello scontro politico, ma se peggiora la situazione sono pronto a dimettermi. Richiamo tutti ad una responsabilità che il Paese ci chiede. Con tre o quattro poli, andare al voto con questa legge elettorale vuol dire riconfermare al Senato a situazione d’impasse”.
Una posizione condivisa da Guglielmo Epifani: “Abbiamo sostenuto questo Governo con convinzione, perché non ci sono alternative – ha detto il segretario del Pd –. La situazione economica e sociale è ancora dura e chi stacca la spina al Governo in realtà la stacca al Paese, che non si merita di tornare indietro. Ci vogliono nervi saldi e coerenza”.