“Il debito pubblico italiano rimane una vulnerabilità cruciale”, per questo Bruxelles chiede al Governo italiano “di fornire una relazione sui cosiddetti ‘fattori rilevanti’ che possano giustificare un andamento del rapporto Debito/PIL con una riduzione meno marcata di quella richiesta”. È quanto scrive Marco Buti, direttore generale dei servizi economici della Commissione europea, in una lettera indirizzata ad Alessandro Rivera, Dg del ministero dell’Economia.
Con questo documento, datato 29 ottobre, l’Esecutivo comunitario comunica al Tesoro la richiesta di informazioni sui fattori che considera rilevanti per giustificare la non osservanza della regola di riduzione del debito. In sostanza, si tratta dell’ultimo avvertimento prima del 21 novembre, data in cui Bruxelles darà formalmente avvio all’iter per la procedura d’infrazione contro Roma se il Governo italiano continuerà a rifiutarsi di modificare i saldi della manovra riducendo il deficit-Pil 2019, attualmente previsto al 2,4%.
“Questa traiettoria di bilancio, unita ai rischi al ribasso per la crescita del Pil nominale, sarà incompatibile con la necessità di ridurre in maniera risoluta il rapporto debito/Pil dell’Itali – scrive Buti – Al fine di consentire alla Commissione di riflettere appieno nella sua relazione il contributo dell’Italia sui fattori significativi, gradirei ricevere la sua risposta entro il 13 novembre al più tardi”.
E ancora: “Un debito pubblico così elevato limita lo spazio di manovra del governo per spese più produttive a beneficio dei suoi cittadini. Date le dimensioni dell’economia italiana, è anche una fonte di preoccupazione per l’area euro nel suo complesso”. La Commissione teme dunque il rischio contagio a tutta l’Europa.
La risposta italiana “sarà inviata a Bruxelles rispettando la scadenza indicata”, fanno sapere dal Tesoro. Meno diplomatica la risposta del vicepremier leghista, Matteo Salvini: “Noi andiamo avanti come treni, abbiamo bisogno di crescita: l’Ue scriva pure le letterine, noi risponderemo con educazione”.