La festa può attendere. Dopo l’ottimismo di venerdì, la cautela è tornata a regnare sui mercati. Dalla Cina arriva la notizia che Xi non intende firmare il mini accordo raggiunto la scorsa settimana sui dazi e sugli acquisti agricoli se Washington non s’impegnerà a cancellare l’aumento delle tariffe fissato per il prossimo 15 dicembre, gli Usa per ora non ci sentono.
Doccia fredda anche sulla Brexit: diversi Paesi nella Ue frenano di fronte alle concessioni garantite a Londra per evitare una frattura drammatica. In attesa di conferme di intese, troppe volte annunciate ma mai concluse, i mercati frenano: scende il petrolio, nonostante la guerra che è tornata ad infiammare la Siria e a coinvolgere a pieno titolo la Turchia.
E in attesa dell’assemblea della Banca Mondial e del Fondo Monetario, da Stoccolma arriva un segnale preciso: il premio per l’Economia è stato assegnato a tre economisti (Abhijit Banerjee, Esther Duflo e Michael Kremer) per i loro studi sulla povertà estrema e sui metodi per eliminarla. In questa cornice stamane le Borse segnano il passo.
Fa eccezione Tokyo (+1,7%), ieri chiusa per festività. Rallenta il Kospi di Seoul (+0,1%). L’Hang Seng di Hong Kong è sulla partita, il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen perde lo 0,3%.
IL MAIALE FA SALIRE L’INFLAZIONE, MA L’ECONOMIA FRENA
In Cina, l’inflazione è salita sui massimi degli ultimi cinque anni a settembre, +3% anno su anno, per effetto del forte incremento del prezzo della carne di maiale. Ma i prezzi alla produzione registrano un altro calo, -1,2% il mese scorso, oltre ad essere il minimo degli ultimi tre anni: il calo agisce da freno per l’intero apparato industriale mondiale.
Venerdì uscirà il dato sul Pil: non è escluso che la crescita scenda sotto il 6%.
Dopo cinque giorni consecutivi di apprezzamento, lo yuan stamattina si indebolisce, sulle attese di un nuovo round di misure espansive da parte delle autorità della Cina.
Si sono fatti sentire gli effetti del Columbus Day, festa che ha fermato l’operatività sul mercato statunitense delle obbligazioni ed ha condizionato Wall Street, inerte per quasi tutto il giorno: Dow Jones -0,11%, S&P 500 -0,14%. Nasdaq -0,1%.
TANTE IPO PER I TITOLI IN BOLLA
Il numero di offerte pubbliche iniziali per aziende non redditizie ha raggiunto i livelli della bolla tech di 20 anni fa. Lo rivela un nuovo rapporto della Bank of America Merrill Lynch.
Il petrolio Brent è in calo dello 0,8% a 58,9 dollari il barile, ieri sera ha chiuso in ribasso dell’1,7%.
Arretra ma non crolla la lira turca: 5,94 sul dollaro (-0,85).
Stabile stamane l’euro sul dollaro a 1,1028.
EUROLANDIA: MIGLIORA L’INDUSTRIA, MA LE BORSE CALANO
Anche in Europa, dopo l’euforia di venerdì, sui mercati ha prevalso la prudenza, giustificata anche dalla chiusura del mercato obbligazionario Usa. Ad imprimere una nota di pessimismo sul futuro della vecchia Europa, che assiste quasi impotente alla tragedia curda sui listini. ci ha pensato la Spagna, con i violenti scontri di Barcellona dopo le pesanti pene inflitte dalla Corte Suprema della Spagna a 13 separatisti.
Anche la Scozia affila le armi: si profila un referendum per votare l’indipendenza da Londra dopo l’uscita dalla Ue. Migliora la produzione industriale di Eurolandia (+0,4% a settembre) ma i mercati non si fanno impressionare: a segnare la seduta è la brusca discesa dei petroliferi.
Piazza Affari ha ceduto lo 0,3%, scendendo a 22.097 punti.
Tutti in rosso in chiusura i listini europei: Francoforte -0,21%. La Germania ha messo a punto nuove regole per la realizzazione di reti mobili 5G che, in aperta sfida verso gli Stati Uniti, non escluderanno il colosso cinese Huawei Technologies.
È poco probabile che l’economia tedesca scivoli in una prolungata recessione anche se permane una fase di crescita debole, secondo il ministero dell’Economia. I principali istituti economici tedeschi hanno ridotto le stime di crescita a 0,5% quest’anno e a 1,1% nel 2020. Berlino pubblicherà questa settimana le sue previsioni. Ad aprile le stime indicavano un aumento dello 0,5% nel 2019 e dell’1,5% nel 2020.
ANSIA DI DAZI ANCHE PER I PHARMA SVIZZERI
Parigi -0,4%; Madrid -0,38%; Londra -0,46%. La regina Elisabetta ha indicato nel discorso ai Comuni l’agenda del programma politico del primo ministro Boris Johnson: Brexit entro il 31 ottobre; un nuovo accordo con l’Unione europea; una serie di politiche sul fronte interno ideate per ottenere il consenso degli elettori in vista di probabili elezioni.
Il partito unionista dell’Irlanda del Nord ha criticato le aperture di Boris Johnson sulla frontiera con l’Unione Europea, mentre il capo della trattativa su Brexit per l’Unione Europea, Michel Barnier, ha affermato che le ultime proposte della Gran Bretagna sono troppo vaghe per poter essere ritenute una base di partenza.
La peggiore è Zurigo (-0,47%) anche se è rientrata, per ora, la minaccia di dazi Usa sull’import dei pharma rossocrociati. Chiudono in rosso Roche e Novartis (-0,84%).
Mercati obbligazionari poco mossi, anche per la chiusura delle piazze Usa per la festività del Columbus Day.
SPREAD ANCORA IN CALO A 137 PUNTI
Il rendimento del Btp decennale è sceso a 0,913% da 0,94% di venerdì. Si riduce anche lo spread a 137 punti dai 139 di venerdì. Il Bund decennale tratta a -0,47%.
CDB GUIDA LA CARICA DEGLI OVER 80: GEDI +15%
Gedi nel mirino di Carlo De Benedetti, Leonardo Del Vecchio all’attacco su Mediobanca, Luciano Benetton impegnato in Atlantia-Alitalia. E per finire la campagna di Spagna di Mediaset, dietro cui su stagna l’ombra sempre combattiva di Silvio Berlusconi. Insomma, Piazza Affari resta saldamente nelle mani di quattro giovanotti di 84-85 anni. “In Italia c’è molta gente che molla, poca che osa”, è il commento in un’intervista al Corriere della Sera dell’Ingegnere De Benedetti.
È lui l’artefice dei fuochi d’artificio sul +14% al centro della saga familiare di casa De Benedetti. La Cir ritiene manifestamente irricevibile l’offerta di Carlo De Benedetti per una quota del 29.9% di Gedi in quanto del tutto inadeguata a riconoscere agli azionisti il reale valore della partecipazione e ad assicurare prospettive sostenibili di lungo termine. Per tutta risposta l’Ingegnere accusa i figli di “non saper fare gli editori” e di aver cercato più volte di vendere e propone di destinare le azioni di Repubblica ad una Fondazione.
MEDIOBANCA +0,3%. DORIS SI SCHIERA CON NAGEL
Giornata di calma per Mediobanca (+0,3%). Vincent Bolloré (socio con il 7,85%) ed Ennio Doris (3,7%), si sono schierati a favore dell’amministratore delegato Alberto Nagel.
MEDIASET TIENE DOPO LO STOP IN SPAGNA
Mediaset +1% dopo che venerdì il tribunale ha sospeso la decisione dell’assemblea sulla holding olandese finalizzata alla creazione di un polo tv europeo. Secondo un analista, la reazione del prezzo indica che il mercato si aspettava che l’operazione non andasse in porto.
ATLATIA INVARIATA, NEIN DI LUFTHANSA AD ALITALIA
Invariata Atlantia. Il board ha deciso di convocare oggi una nuova riunione sul tema Alitalia il 15 ottobre. Atlantia proseguirà i colloqui con Ferrovie e gli altri investitori nei prossimi giorni per cercare di arrivare a un’intesa almeno preliminare. Lufthansa, intanto, ha ribadito di essere interessata ad un accordo industriale ma non finanziario.
TENARIS NEL MIRINO DEGLI ANALISTI
La discesa di Piazza Affari è in parte collegata alla discesa dei petroliferi, incalzati dai giudizi delle società di rating.
Ha perso colpi Saipem (-1,3%). Mediobanca alza il giudizio ad Outperform, target price a 5,5 euro.
Molto peggio Tenaris (-2,9%), colpita dal taglio di
Mediobanca da buy a Neutral (target a 11 euro da 14,20). Equita ha
confermato la raccomandazione Hold, riducendo il target price a 12 euro da
13,0. Kepler infine ha confermato il Buy, ma ha abbassato il prezzo obiettivo
a 12 euro da 13,50 euro.
Eni -0,9%.
UNICREDIT FRENA SUGLI INTERESSI NEGATIVI
In calo più lieve per le banche. Unicredit corregge (-0,5%) ma in modo modesto i recenti rialzi; un portavoce ha detto che i tassi negativi saranno applicati solo sui depositi superiori a un milione di euro. Banca Akros ha abbassato la raccomandazione da buy ad accumulate, con un prezzo obiettivo di 2,5 euro.
Continuano invece gli acquisti su Banco Bpm (+1,5%) e Ubi (+0,15%), candidate a una fusione; nel fine settimane il ceo del Banco ha ribadito che l’istituto al momento non sta valutando nessuna operazione.
Vendite sul risparmio gestito con FinecoBank e Banca Generali in calo del 2% circa.
FCA, SI RIPARLA DI RENAULT. ROSSI VERSO TELECOM
Fca in rialzo +0,6%, dopo il cambio a sorpresa del pdg di Renault: Thierry Bolloré era contrario alla fusione con il gruppo italo- americano.
Giù Cnh Industrial (-1,6%). Nel piano industriale al 2024 della controllata Iveco, sono previsti investimenti per 4,2 miliardi di dollari a livello globale.
Telecom Italia +0,6%. L’ex direttore generale di Banca d’Italia Salvatore Rossi è in pole position come presidente Equita scrive che durante un roadshow con l’investor relator, l’azienda ha confermato che punta ad arrivare entro l’anno a un primo accordo per la creazione di una rete telefonica unica con Open Fiber.
In evidenza anche Juventus (+3,94%) ed Amplifon (+2,53%). Grande fermento tra i titoli dell’Aim. Iervolino Entertainment +11%. Sos Travel +18%. Confinvest +8,6%. Bio-On segna un teorico +20%.