Ieri il Cda di Piazzetta Cuccia ha presentato la sua lista per il rinnovo del board (Nagel Ad e Pagliaro Presidente) senza accordi con Delfin ma l’assemblea del 28 ottobre di Mediobanca è fuori dai giochi politici che si stanno consumando alla Commissione Finanze del Senato sul cosiddetto Ddl Capitali. E’ il calendario a dirlo. Il sottosegretario al Mef, Federico Freni, ha infatti dichiarato che, dopo l’esame degli ultimi emendamenti, la Commissione di Palazzo Madama dovrebbe licenziare il provvedimento entro la settimana per far sì che arrivi in aula entro ottobre, compatibilmente con l’iter della manovra di bilancio, in maniera da diventare legge entro la fine dell’anno. E’ la conferma che l’attesissima assemblea di Mediobanca del 28 ottobre è fuori dai giochi politici: se ci saranno eventualmente terremoti al vertice, sarà l’assemblea degli azionisti a decretarli e non le novità legislative che non arriveranno entro il 28 ottobre. Questo non vuol dire che la sfida tra la lista del Cda uscente di Mediobanca, capeggiata dall’AD Alberto Nagel e caratterizzata dalla conferma del Presidente Renato Pagliaro, e quella in fieri di Delfin, la finanziaria lussemburghese degli eredi di Leonardo Del Vecchio che ha in pancia una partecipazione azionaria del 19,8% di Piazzetta Cuccia, non si preannunci incerta e aspra: sarà decisa in assemblea all’ultimo voto.
Ddl Capitali: un emendamento del Governo addolcirà i vincoli sulla lista del Cda uscente
La vera novità politica, che tuttavia non influirà sull’assemblea di Mediobanca nell’immediato ma potrebbe avere effetti sul futuro di Generali e Piazzetta Cuccia è un emendamento finale ispirato al Mef dalla premier Giorgia Meloni che dovrebbe addolcire i vincoli emersi in Commissione Finanze del Senato sulla lista del Cda uscente, tanto caldeggiati dal costruttore romano Francesco Gaetano Caltagirone che cerca la rivincita sulla clamorosa sconfitta rimediata all’ultima assemblea del Leone di Trieste.