L’approdo in Aula del disegno di legge per la depenalizzazione, coltivazione, commercializzazione e utilizzo della cannabis è previsto per il 25 luglio.
In base alle previsioni iniziali, nella stessa data avrebbe dovuto avere inizio la discussione generale, mentre il 26 luglio sarebbero dovute cominciare le votazioni.
Le commissioni Giustizia e Affari Sociali della Camera hanno però ricevuto 1.700 emendamenti, una cifra talmente alta da rendere necessaria la richiesta di avere maggior tempo per esaminare e votare le varie proposte di modifica. Sinistra Italiana, che ha in Daniele Farina il relatore della commissione Giustizia, non ha dato la disponibilità a rinviare l’esame in Aula per vagliare i contenuti degli emendamenti. Il risultato è che il DdL sulla Cannabis arriverà direttamente in Aula senza mandato ai relatori dove gli emendamenti verranno ripresentati. Questo implica uno slittamento a settembre del voto su emendamenti e sull’ provvedimento.
“Necessariamente – ha osservato la presidente della Commissione Giustizia, Donatella Ferranti – questo porterà all’impossibilità di votare il ddl prima della pausa estiva. In Aula gli emendamenti saranno 1.700 o magari 2.000, e se si vuole almeno esaminare i principali si inizierà a votare a settembre”.
Nonostante il testo sia frutto di un accordo tra oltre 200 parlamentari, ancor prima che arrivi Aula è già cominciata la polemica.
Duro il commento di Daniele Farina (Sinistra Italiana), relatore del provvedimento: “Nonostante i predicatori medioevali lunedì 25 luglio l’Aula di Montecitorio affronterà la discussione generale sul progetto di legge di legalizzazione della Cannabis. Non sono bastati 1700 emendamenti e articoli aggiuntivi ad affossare le ragioni urgenti di una modifica dell’attuale legislazione».
Ma Area Popolare, promotrice di circa 1.300 dei 1.700 emendamenti non ci sta: «Sinistra porta pdl cannabis in Aula senza discussione e senza mandato al relatore. Hanno solo arroganza libertaria. Non vinceranno», ha twittato Alessandro Pagano, componente della commissione Giustizia della Camera, preannunciando le intenzioni dei centristi.
Ricordiamo che la proposta prevede la possibilità di coltivare cannabis per uso personale rispettando determinati limiti ( si potranno piantare 5 piante di sesso femminile), mentre per la detenzione il tetto massimo è di 5 grammi all’esterno innalzabili a 15 grammi in casa. Restano proibiti e puniti lo spaccio e il consumo. La commercializzazione sarà consentita all’interno di un regime di monopolio statale per la coltivazione delle piante, preparazione e vendita al dettaglio. Previste anche norme specifiche per l’utilizzo a scopi terapeutici.