Partenza contrastata per le Borse asiatiche. Frena Tokyo (-0,5%) alla vigilia dell’aumento dell’Iva dall’8 al 10%, il secondo nella lunga stagione di governo di Shinzo Abe, una mossa decisa per metter sotto controllo lo straripante debito pubblico.
I mercati azionari della Cina, nell’ultima seduta prima della lunghissima pausa per i festeggiamenti dell’anniversario della fondazione della repubblica popolare della Cina, scendono: indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -0,5%. In settembre l’industria manifatturiera della Cina ha fornito segnali di ripresa, ma resta debole. L’indice PMI sulle aspettative dei direttori degli acquisti delle aziende manifatturiere è salito in settembre a 49,8 restando sotto la soglia tra contrazione ed espansione.
DEBUTTO DI BUDWEISER, MODI FESTEGGIA LE TOILETTE
Sale invece Hong Kong sotto la spinta del debutto positivo della quotazione di Asia Budweiser (+3,3%), il titolo della birra che ha raccolto 5 miliardi di dollari nella seconda Ipo più importante del mondo nel 2019.
Da seguire l’India in attesa della riunione della banca centrale che mercoledì effettuerà un nuovo taglio dei tassi. Ma quel giorno, 150° anniversario della nascita di Gandhi, sarà ricordato per l’annuncio da parte del premier Modi della fine, vittoriosa, della guerra contro la “free defecation” per le strade: il 95% delle case possiede oggi una toilette.
LA CINA VA IN FERIE PER LA FESTA DELLA RIVOLUZIONE
Più solenne s’annuncia ovviamente l’avvio dei festeggiamenti per i 70 anni dalla Fondazione della Repubblica Popolare. Le Borse resteranno chiuse da domani fino al 9 ottobre.
I riflettori sono già puntati su Piazza Tien An Men dove sfileranno 15.000 soldati assieme a 580 carri armati mentre nel cielo sfrecceranno 160 aerei da combattimento per celebrare la superpotenza asiatica. Ma il rumore dei motori non spegnerà del tutto l’eco delle proteste del week end a Hong Kong, represse con inedita violenza dalla polizia.
TRUMP VUOL ESPELLERE ALIBABA DA WALL STREET
Sulla festa incombe la spada di Damocle della minaccia dell’esclusione da Wall Street dei titoli cinesi, in tutto 126 con un valore di mercato superiore a 120 miliardi di dollari. La notizia, lanciata venerdì da Bloomberg, ha ricevuto nel weekend una blanda smentita (“per ora” non è prevista) ma getta una luce sinistra sulla ripresa dei negoziati tra i due Big, fissata per lunedì 10.
LITE SU AIRBUS: RISCHIA DI PAGARE IL PARMIGIANO
Intanto l’allarme sui commerci risuona in Europa: a fronte degli aiuti comunitari all’Airbus, sanzionato dal Wto, Washington oggi potrebbe imporre tariffe sui prodotti europei per circa 7 miliardi di euro colpendo anche più settori, come l’agroalimentare e così far “male, molto male all’export italiano”, come ha detto il premier Giuseppe Conte.
Una tegola sulla testa del governo nel giorno del varo della nota di aggiornamento al Def ieri anticipata per sommi capi dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri: 30miliardi circa che serviranno a scongiurare l’aumento dell’Iva (“l’effetto complessivo del provvedimento sarà una riduzione e non un aumento”) e “a saldare il conto del Papeete”. Ma l’operazione non ha ricevuto l’ok nel vertice notturno della maggioranza. Secondo il ministro Roberto Gualtieri alzare l’Iva per i pagamenti in contanti, scontandola a chi usa la carta di credito, permetterebbe di ridurre il cuneo fiscale. “L’Iva non può aumentare”, ribatte Di Maio, spalleggiato per l’occasione da Renzi. L’obiettivo è scongiurare la “rimodulazione selettiva” dell’Iva, anche ricorrendo a uno sforamento del 2,2% del deficit.
JOHNSON NON CEDE, L’ARABIA MINACCIA PETROLIO ALLE STELLE
Stamane l’euro tratta a 1,0904 sul dollaro, in ripresa dai minimi da 28 mesi toccati venerdì.
La sterlina vale 1,2285 sul dollaro. Boris Johnson ha dichiarato che non si dimetterà da primo ministro anche se non assicura un accordo per l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue. Inoltre, per evitare un ulteriore slittamento della Brexit potrebbe convincere un altro stato europeo a bloccare l’estensione dell’articolo 50.
Poco mosso il petrolio. In un’intervista alla Cbs il principe saudita Mohammed bin Salman ha minacciato un’impennata mai vista del prezzo del petrolio se nessun Paese interverrà contro l’Iran.
In Usa l’attenzione è sempre più concentrata sul rischio impeachment per il presidente Trump: il whistleblower, cioè la gola profonda che accusa il presidente di aver chiesto al presidente Ucraino di indagare sul figlio di Joe Biden, ha fatto sapere che “presto” rivelerà la sua identità per testimoniare davanti al Congresso.
“L’UNIONE FISCALE È NECESSARIA” DICE MISTER EURO
L’attenzione dei mercati sarà concentrata al solito sulle scelte delle banche centrali. Inizia l’ultimo mese del mandato di Mario Draghi alla Bce e s’intensifica il pressing dei falchi per condizionare l’avvio della presidenza di Christine Lagarde. “Ma Draghi ha fatto quel che ci voleva per aprire la strada al nuovo presidente” ha commentato Olivier Blanchard, l’economista vicino a madame Lagarde.
Il presidente uscente, in un’intervista al Financial Times, ha detto che “è più urgente che mai una maggior spesa pubblica” per scongiurare la recessione e ha aggiunto che l’unione fiscale è ormai una necessità se l’Europa vuole competere con gli altri blocchi.
FED VERSO NUOVI TAGLI, ARRIVANO I DATI SUL LAVORO
In Usa cresce il dibattito in attesa delle prossime mosse della banca centrale: il sentiment prevede un nuovo taglio dello 0,25% entro la fine dell’anno e un altro ad inizio 2020. Il presidente Jay Powell interverrà venerdì ad un evento a Washington. Parleranno in settimana altri governatori, tra cui John Williams di New York, ancora alle prese con la delicata gestione dei repo, distribuito a piene mani per fornire liquidità al sistema.
Il dato più rilevante, in attesa delle decisioni sui tassi, riguarda il mercato del lavoro: venerdì usciranno i numeri di settembre. Secondo le stime i nuovi occupati dovrebbero essere 140.000 per un tasso di disoccupazione vicino al 3,7%.
PIAZZA AFFARI NEL 2019 AL TOP TRA LE BORSE
In questa cornice va detto che Piazza Affari si avvicina ad ottobre in condizioni di gran forma: il listino da gennaio guadagna il 21,16%, al top tra le Borse internazionali, oltre i 22 mila punti. Ma va ricordato che, se si tiene conto delle perdite del 2018, l’indice è ancora in rosso (-2,5%).
OGGI I CONTI DI MEDIASET, MAXI CLASS ACTION SU VOLKSWAGEN
Oggi si chiude la campagna delle semestrali: l’ultimo appuntamento di rilievo è con i conti di Mediaset e, per lo Star, con la settimana di e Price, protagonista di un rally eccezionale nelle ultime sedute dopo la creazione di un network internazionale.
Da seguire l’assemblea di Trevi che dovrà approvare i conti del 2017 e del 2018 oltre a nominare il nuovo consiglio.
Sotto i riflettori nel settore bancario è ancora Mediobanca: il gruppo Bolloré ha svalutato di circa 30 milioni di euro la quota nell’istituto ma ha precisato di avere mantenuto ‘un’influenza notevole’ sulla banca anche dopo l’uscita dal patto di sindacato.
Fiat Chrysler ha concordato venerdì il pagamento di 40 milioni di dollari alla Sec come ammenda per “aver fuorviato gli investitori circa il numero di nuovi veicoli venduti ogni mese ai clienti negli Stati Uniti” nel 2016.
Domani il gruppo, al pari dei Big di Detroit e a Toyota annuncerà i dati di vendita di settembre, mese tribolato per il mondo a quattro ruote. Sull’andamento degli indici manifatturieri Usa peserà l’effetto dello sciopero di Gm, il più lungo da decenni per l’industria dell’auto.
Prende il via in Germania la più gigantesca class action della storia: più di 400 mila proprietari di un Volkswagen si sono costituiti parte lesa nella causa sul dieselgate. Il processo, secondo l’azienda, durerà almeno quattro anni.