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Dazi Usa sospesi: i vantaggi per le aziende italiane

FIRSTonline

Alla mezzanotte di mercoledì è scattata la sospensione dei dazi Usa sui prodotti agroalimentari europei, un’ottima notizia per le aziende italiane del settore che ogni anno esportano oltreoceano beni per 5 miliardi di euro e che da alcune ore hanno visto sparire tariffe che pesavano per 500 milioni di euro. 

I DAZI USA: CAUSE ED EFFETTI

I dazi del 25% sui prodotti agroalimentari europei erano stati imposti nel 2019 dalla precedente amministrazione guidata da Donald Trump per controbilanciare gli aiuti pubblici concessi dall’Europa alla compagnia aerea olandese Airbus, impegnata da quasi vent’anni in una lotta per il dominio dei cieli contro la statunitense Boeing. Gli aiuti erano stati giudicati illegittimi dal Wto (Organizzazione Mondiale del Commercio) che il 2 ottobre di due anni fa aveva autorizzato gli Usa ad imporre tariffe punitive per 7,5 miliardi di dollari sulle esportazioni dall’Unione Europea. Come ulteriore ritorsione, pochi mesi dopo, Bruxelles aveva a sua volta imposto 4 miliardi di dollari di dazi del 15-25% sui prodotti provenienti dagli Usa. Infine, a gennaio 2021 negli Stati Uniti sono scattate nuove tariffe sull’importazione di componenti di produzione di aeromobili provenienti da Francia e Germania, sui vini, su cognac e brandy francesi e tedeschi, che sono inseriti nell’elenco dei prodotti tassati.

Nel periodo di applicazione dei dazi, che hanno colpito liquori, prodotti alimentari ecc., l’export italiano verso gli Stati Uniti, da sempre florido, è crollato in certi casi del 40 per cento, con effetti pesantissimi sui bilanci delle società esportatrici che, poco tempo dopo, si sono trovate ad affrontare anche la crisi economica innescata dalla pandemia di Covid-19.

LA SOSPENSIONE DEI DAZI 

Lo scorso 5 marzo, dopo una telefonata con il presidente Usa, Joe Biden, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato che i dazi reciproci imposti da Usa e Ue sarebbero stati sospesi per 4 mesi.

Dopo le numerose frizioni vissute nel corso della presidenza Trump, il nuovo inquilino della Casa Bianca, intende cambiare registro, impegnandosi a “riparare e rivitalizzare” i legami con l’Unione europea. “Come nuovo inizio per la nostra partnership, abbiamo deciso di sospendere tutte le tariffe relative alle controversie Airbus-Boeing su aeromobili e prodotti non aerei per un periodo iniziale di 4 mesi. Ci siamo anche impegnati a risolvere queste controversie”, ha annunciato von der Leyen la settimana scorsa. 

I VANTAGGI PER LE AZIENDE ITALIANE

Nella controversia relativa alla vicenda Airbus-Boeing, l’Italia ha avuto negli anni un ruolo molto marginale. Nonostante ciò le nostre aziende agroalimentari hanno pagato un prezzo altissimo con l’export colpito per circa 500 milioni di euro, il 10% in un settore che vale 5 miliardi di euro. 

Tra i prodotti soggetti a tariffe figurano infatti formaggi, salami, mortadelle, crostacei, molluschi, agrumi, succhi e liquori. Il fiore all’occhiello dell’agroalimentare Made in Italy. 

“Con un crollo del 21% delle esportazioni nel 2020 sono i formaggi Made in Italy i prodotti agroalimentari che – sottolinea la Coldiretti in una nota – beneficiano maggiormente dello stop ai dati aggiuntivi Usa che hanno favorito la concorrenza sleale delle imitazione statunitensi che non devono rispettare i rigidi disciplinari delle produzioni nazionali a partire dal Parmesan la cui produzione a livello mondiale ha addirittura superato quella degli originali Parmigiano Reggiano e Grana Padano. Ma duramente colpiti sono stati anche, oltre ai salumi, gli aperitivi e liquori che nel mercato Usa hanno perso circa il 40% del valore export nell’ultimo anno. A differenza di quello francese e tedesco, si è salvato invece il vino italiano che tuttavia ha subito le conseguenze del lockdown della ristorazione con un calo del 4% nel 2020”.

I benefici della sospensione sui formaggi italiani sono dunque enormi. Per gli Usa, l’Italia è il primo fornitore straniero di formaggi (circa 38.000 tonnellate nel 2019, per un controvalore di quasi 350 milioni di euro) mentre, per le imprese italiane, gli Usa  rappresentano la prima destinazione extra Ue. Ad essere colpiti dalle tariffe, ricorda Assolatte, sono stati Grana Padano e Parmigiano Reggiano (-24% in valore), Provolone -20%, Asiago -31%, Gorgonzola -13%.

“Gli Usa rappresentano il primo mercato export, una quota del 20% del totale export pari a circa 12 mila tonnellate di prodotto e ci auguriamo che l’amministrazione Biden metta fine a questo contenzioso commerciale che non è più sostenibile”, sottolinea Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano. 

Vantaggi anche per le aziende produttrici di liquori. “L’annunciata sospensione dei dazi – commenta all’Ansa Micaela Pallini, presidente del Gruppo Spiriti di Federvini – rappresenta una boccata di ossigeno per i nostri aperitivi e liquori che, solo nel mercato Usa hanno perso circa il 40% del valore export nell’ultimo anno”.

E infine anche salumi e prosciutti. “Dal nostro osservatorio – afferma Lisa Ferrarini, presidente dell’omonimo gruppo – stiamo vedendo una buona vivacità nella richiesta dai nostri clienti negli States. Oltre ai consumi delle famiglie sta ripartendo la richiesta da parte del mondo della ristorazione, grazie ad una campagna vaccinale entrata nel vivo, dopo mesi di blocco totale”.

Coldiretti spiega inoltre che “L’entrata in vigore negli Usa della moratoria di soli 4 mesi sui dazi aggiuntivi del 25% alle importazioni fa scattare la corsa ai prodotti Made in Italy per riempire i magazzini”, facendo scorta di prodotti che, senza un accordo definitivo, a metà luglio potrebbero essere nuovamente soggetti a tariffe. “Proprio questo termine sta facendo volare gli ordini anche se l’auspicio è che si tratti di un arco di tempo sufficiente per trovare un accordo definitivo” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, sottolineando però che nonostante i dazi e l’emergenza Covid, nel 2020 l’export dei prodotti agroalimentari italiani verso gli Usa ha registrato una crescita del 5%.

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Categories: Economia e Imprese