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Dazi Usa: la lista completa dei prodotti italiani colpiti

Molti formaggi (non solo Parmigiano e Grana Padano), diversi tipi di carne e pesce, ma anche frutta, agrumi e liquori: l’elenco dei prodotti alimentari Made in Italy che saranno colpiti dai nuovi dazi americani – Si salvano olio, pasta, vino e prosciutto Dop

Dazi Usa: la lista completa dei prodotti italiani colpiti

Non solo parmigiano e prosciutto. La lista completa dei prodotti su cui gli Usa stanno per aumentare i dazi del 25% è davvero lunga. Nell’elenco rientrano anche molti altri tipi di formaggio (Grana Padano, pecorino, provolone) e di carne (praticamente tutti i tagli di maiale), ma anche molte varietà di pesce (cozze e vongole), frutta (ciliegie, pesche, pere) e agrumi (limoni, arance e mandarini). Per fortuna dell’Italia, i nuovi dazi americani contro l’Ue – che valgono in tutto 7,5 miliardi di dollari e scatteranno il 18 ottobre – non colpiranno l’olio d’oliva, la pasta e il vino (il prodotto italiano più esportato negli Stati Uniti). Si salva quindi il prosecco, molto diffuso negli Usa. Ma il conto per il nostro Paese rimane comunque salato.

Secondo Coldiretti, per le esportazioni agroalimentari Made in Italy il colpo sarà da mezzo miliardo di euro l’anno. Il danno economico maggiore arriverà dall’export di Parmigiano Reggiano e Grana Padano, che nel 2018 hanno fatto incassare alle imprese italiane 150 milioni di euro e quest’anno stavano andando ancora meglio (+26% nel primo semestre). Su queste due specialità i dazi saranno quasi triplicati, passando dal 15 al 40%. Seguono in classifica le esportazioni di pecorino, che hanno fruttato 65 milioni di euro l’anno scorso e nella prima parte del 2019 sono cresciute del 29%.

Dal nuovo elenco del Dipartimento del Commercio statunitense (USTR), in pubblicazione a breve sul Registro Federale, abbiamo selezionato tutti i prodotti che riguardano (anche) l’export italiano. Ecco la lista completa.

FORMAGGI

  • Parmigiano, Grana Padano, Provolone, formaggio Romano e Reggiano.
  • Pecorino in forme non adatte ad essere grattugiate.
  • Gorgonzola.
  • Cheddar.
  • Groviera non grattugiata o in polvere.
  • Emmentaler.
  • Formaggio Stilton.
  • Formaggio Colby.
  • Formaggio Goya.
  • Formaggi e surrogati preparati con latte vaccino.
  • Formaggio fuso (incluse miscele) con latte vaccino, non grattugiato o in polvere.

ALTRI PRODOTTI CASEARI

  • Yogurt aromatizzato o contenente aggiunta di frutta o cacao.
  • Burro.
  • Grassi e oli derivati ​​dal latte diversi dal burro.
  • Latte fermentato e cagliato.

CARNE

  • Prosciutto di maiale e loro parti, non contenenti cereali o verdure. È escluso però il prosciutto Dop, come il San Daniele e il Prosciutto di Parma.
  • Maiale preparato o conservato.
  • Spalla di maiale e loro parti.
  • Salsicce di maiale e prodotti simili derivati dal maiale, frattaglie o sangue di maiale, preparazioni alimentari basate su questi prodotti.
  • Carne di maiale diversa dal prosciutto e dalla spalla e loro parti, non contenenti cereali o verdure, disossata, cotta e confezionata in contenitori ermetici.
  • Frattaglie di maiale preparate o conservate, comprese le miscele.

PESCE

  • Cozze (anche in piatti pronti).
  • Vongole (anche in piatti pronti).
  • Telline.
  • Molluschi e prodotti derivati.

FRUTTA, AGRUMI E SUCCHI

  • Ciliegie e succo di ciliegia, concentrato o meno.
  • Pesche, escluse le nettarine.
  • Pere e succo di pera.
  • Succo di prugna.
  • Limoni (freschi o secchi).
  • Arance (fresche o essiccate).
  • Mandarini (e altri simili ibridi di agrumi, tra cui le clementine), freschi o secchi.
  • Frutta surgelata, a prescindere dal fatto che in precedenza sia stata cotta al vapore o bollita.
  • Misti di frutta o di altre parti commestibili di piante, esclusa l’insalata di frutti tropicali.
  • Gelatine di ribes e frutti di bosco.
  • Succo di qualsiasi verdura diversa dal pomodoro, concentrato o meno.

BEVANDE

  • Liquori.

Secondo Federvini, i dazi freneranno in maniera netta tutto il settore: “Il mercato americano è in grande espansione per i nostri liquori – spiega Sandro Boscaini – Tra il 2017 e il 2018 l’export in Usa è cresciuto di circa il 45%”.

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