La febbre dei mercati si è abbassata di colpo, oggi pomeriggio, grazie alla ripresa di un dialogo sui dazi fra Stati Uniti e Cina. I listini europei, agonizzanti in mattinata, hanno invertito la rotta e chiuso la seduta in rialzo: Francoforte +0,58%; Parigi +0,99%; Madrid +0,27%; Londra +0,33%. Wall Street, partita debole, è protagonista al momento di un sostanzioso rally, mentre Buenos Aires, dopo il crollo di ieri, sale dell’8%.
Piazza Affari è prima della classe, con un guadagno dell’1,36%, 20.539 punti base, grazie alla performance delle banche. Lo spread, già in calo nella prima parte della seduta, arretra del 4,71% a 224 punti base (nonostante il rendimento del Bund decennale sia -0,61%) e il rendimento del Btp 10 anni scende a 1,63%. I volumi risultano sottili, in linea con il periodo, ma la fiducia nella carta italiana sembra consolidarsi nell’attesa delle decisioni del Senato sui tempi della crisi e forse nella speranza che alla fine di un percorso la scelta che prevarrà sarà quella di un governo tecnico.
Il petrolio festeggia la prospettiva di una tregua commerciale e spinge sull’acceleratore. Brent +4,15%, 61 dollari al barile; Wti +3,9%, 57,07 dollari. La maggior propensione al rischio frena l’oro, che si muove al ribasso in zona 1511 dollari l’oncia.
Il biglietto si rafforza sull’euro, già fiaccato dal crollo dell’indice Zew della fiducia nell’economia in Germania ad agosto; il cambio si muove in area 1,181.
La medicina miracolosa che oggi ha risvegliato i mercati è frutto di due notizie delle due super potenze in lotta. Da un lato il ministro cinese del commercio, Liu He, ha rivelato di aver parlato al telefono con Robert Lighthizer e Steven Mnuchin, rispettivamente rappresentante commerciale e segretario al Tesoro Usa. Le due parti avrebbero deciso di risentirsi nel giro di un paio di settimane. Dall’altro una nota dell’ufficio di Lighthizer ha annunciato che alcuni prodotti high-tech verranno esclusi dai dazi del 10% che entreranno in vigore il primo settembre.
Per smartphone, laptop computer, console e certi giocattoli i dazi sono posticipati al 15 dicembre. Come un cerino lanciato sulla paglia le notizie hanno infiammato titoli come Apple (+4,2%), i produttori di chip, che sostengono il settore tech, i produttori di giocattoli come Hasbro (+3,9%) e Mattel (+3,5%). “È improbabile che arrivi un accordo determinante, ma potremmo iniziare a vedere alcune piccole concessioni da entrambe le parti” dice Tom Plumb, Chief Investment Officer di Plumb Funds. Restano così, per il momento, nell’ombra le preoccupazioni per Hong Kong, Argentina e il pericoloso avvicinarsi dei rendimenti dei Bond Usa a due e dieci anni.
In Piazza Affari la festa parte da Banco Bpm +3,98%; Ubi +3,89%; Unicredit +3,05%; Intesa +2,79%; Mps +7,2%, con la cessione di crediti deteriorati per circa 340 milioni. In spolvero Stm +3,18, particolarmente sensibile ai dazi cinesi. Bene il settore auto, a partire da Pirelli +3,28%. Leonardo +2,83%; Saipem +2,75%; Unipol +2,61%.
Le prese di beneficio penalizzano Campari -1,67%. In calo Telecom -1,16%; Recordati -0,87%; Juventus -0,56%.