Partenza debole dei mercati finanziari, privi oggi del riferimento di Wall Street, ferma per la festività del Labour Day. Sulle borse asiatiche pesa l’avvio dei nuovi dazi Usa: 112 miliardi di importazioni cinesi, dalle scarpe agli schermi tv, da stamane sono gravate di un balzello del 15% mossa cui Pechino ha risposto con 75 miliardi di tasse sull’export a stelle e strisce, specie su prodotti petroliferi.
GIÙ HONG KONG, SALE LA CINA
Ad inasprire le tensioni contribuisce la crisi sempre più drammatica di Hong Kong, teatro nel weekend di violenti scontri tra i dimostranti le forze anti-sommossa inviate dalla Cina nel tentativo di spegnere la protesta sempre meno tollerata a mano a mano che si avvicina il 1° ottobre, quando si celebrerà il 70° anniversario della rivoluzione. La Borsa dell’ex colonia britannica è stamane la peggiore, con un calo dello 0,5%. Sale invece dell’1% l’indice Csi di Shanghai e Shenzhen spinto dal primo rialzo da marzo dell’indice sull’attività manifatturiera privata (a 50,4 da 49,9) mentre il dato ufficiale, che comprende le grandi aziende di Stato, registra il quarto ribasso di fila. La valuta cinese, il renminbi, si svaluta leggermente a 7,16 sul dollaro.
Contrastati gli altri listini della regione. Sono in calo il Nikkei di Tokyo (-0,5%) e l’S&P ASX200 di Sidney (-0,5%). In rialzo invece il Kospi di Seoul (+0,2%) e il BSE Sensex di Mumbai (+0,6%).
CONTE PREPARA LA VOLATA PER IL GOVERNO, RISALE L’EURO
L’euro si apprezza stamane a 1,099 sul dollaro, dopo cinque sedute consecutive di ribasso: venerdì il cambio ha toccato i minimi dal 2017 per l’ira di Donald Trump che protesta “per il dollaro forte per colpa di una Fed debole”.
Aspettando in mattinata i dati Pmi sull’andamento dell’economia della zona euro, tiene ancora banco in Europa la crisi italiana. Dopo la battuta d’arresto di venerdì provocata dall’irrigidimento di Di Maio le trattative per la formazione del nuovo governo, M5S e Pd hanno ripreso a marciare di nuovo in un clima più costruttivo grazie all’intervento di Beppe Grillo. Probabile una risposta positiva di Borsa e spread in attesa della scadenza di metà settimana indicata dal presidente incaricato Giuseppe Conte per definire il programma. Domani gli iscritti al Movimento voteranno sulla piattaforma Rousseau per dire se sono d’accordo o no a un governo 5Stelle-Pd presieduto da Conte. Lo stesso giorno o mercoledì Conte dovrebbe recarsi da Mattarella per sciogliere la riserva, presentare il programma e la lista dei ministri. Venerdì o al massimo sabato il governo dovrebbe poi chiedere la fiducia alle Camere.
IN GERMANIA LA DESTRA VINCE MA NON SFONDA
A favorire la ripresa della moneta comune è stata la tenuta in Germania dei partiti della maggioranza. Cresce, come previsto, il consenso all’estrema destra, ma le forze di governo hanno retto. In Sassonia e in Brandeburgo, i populisti di estrema destra dell’Afd hanno rispettivamente triplicato e raddoppiato i consensi, ma non sono riusciti nel colpo storico di diventare primo partito in una regione tedesca, come i sondaggi avevano lasciato ipotizzare, almeno a Postdam.
BREXIT, ULTIMO DUELLO AI COMUNI. PARLA LA BOE
Invariato anche il rapporto euro/sterlina, a 0,904. Domani riapre il parlamento di Londra e sembra che una parte importante dei Conservatori ribelli, quelli che non vogliono arrivare alla fine del mese prossimo con il Regno Uniti fuori dall’Unione Europea senza accordo, siano disponibili a unire le forze con l’Opposizione. Ma tempo per la trattativa e per la presentazione di eventuali azioni parlamentari ne è rimasto pochissimo. Per mercoledì è in programma l’audizione in parlamento del governatore della Bank of England, Mark Carney, riguardo l’impatto economico dell’uscita dall’Ue. Lo stesso giorno il Cancelliere dello Scacchiere, Sajid Javid, annuncerà un piano di spese annuale con maggiori investimenti in servizi sanitari, polizia ed educazione. Giovedì si terrà un incontro tra il governo britannico e le banche.
PETROLIO, GLI HEDGE PUNTANO AL RIBASSO
Il petrolio Brent scende: -2,2% a 59 dollari il barile. In agosto, il ribasso è stato superiore al 7%. I grandi fondi di investimenti attivi sull’energia la scorsa settimana hanno aumentato del 14% le puntate ribassiste sul greggio WTI del Texas.
BEIGE BOOK IN USA. ULTIMA MOSSA ANTI DEFAULT IN ARGENTINA
Sale l’attesa per le prossime decisioni delle banche centrali. Il dato più rilevante della settimana arriverà dal mercato del lavoro Usa. Attenzione anche al Beige Book, considerato il termometro più fedele della congiuntura Usa, in uscita mercoledì. Venerdì Jerome Powell interverrà a Zurigo sull’andamento economico statunitense e la linea della Federal Reserve sui tassi di interesse.
L’Argentina ha varato misure per arginare la fuga di capitali, nel tentativo di impedire un altro default. Oggi il presidente argentino Mauricio Macri presenta al Parlamento il piano per la ristrutturazione del debito.
MEDIASET SEGNA IL PUNTO DECISIVO NELLA SFIDA CON VIVENDI
A fine settimana il workshop Ambrosetti di Cernobbio segnerà, come da tradizione, l’avvio della ripresa dell’attività finanziaria del Bel Paese. Nell’attesa, i riflettori si concentreranno sulla battaglia tra Mediaset e Vivendi. Sabato scorso il tribunale di Milano ha stabilito che Vivendi potrà partecipare all’assemblea sul riassetto del gruppo con il suo 9,98%, ma ha escluso la partecipazione al voto del 19,8% che fa capo alla Simon fiduciaria. Vivendi non avrà perciò i numeri per far saltare la nascita della holding di diritto olandese nella riunione del 4 settembre. In arrivo stasera i dati delle vendite di auto ad agosto.