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Dazi Ue sulle auto elettriche cinesi, via libera da Bruxelles: scattano dal 5 luglio. Cosa succede ora?

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È ufficiale: dal 5 luglio 2024, l’Unione europea imporrà dazi sulle importazioni di auto elettriche provenienti dalla Cina. La Commissione europea ha preso questa decisione dopo che i negoziati con le autorità cinesi non sono riusciti a risolvere la questione dei sussidi statali. Secondo Bruxelles, tali sussidi “minacciano la competitività dei produttori europei di auto elettriche”, rendendo necessarie misure correttive per proteggere il mercato interno. Questa misura intensificherà ulteriormente le già elevate tensioni commerciali tra Cina e UE, cercando di contrastare l’avanzata delle auto elettriche cinesi che stanno gradualmente conquistando il mercato globale.

Una misura che non farà che aumentare la tensione commerciale tra Cina e Ue già alta in queste settimane. Misura che vuole “fermare” l’avanzata di auto elettriche cinesi che stanno piano piano conquistando il mercato mondiale.

Consultazioni inconcludenti, non c’è accordo

Nonostante numerosi scambi di opinioni tra Bruxelles e Pechino nelle ultime settimane, non è stato possibile raggiungere un accordo. La Commissione Europea precisa che continua a mantenere “a livello tecnico al fine di raggiungere una soluzione compatibile con l’Organizzazione mondiale del commercio, che risponda adeguatamente alle preoccupazioni sollevate dall’Unione europea”, ma sottolinea che “qualsiasi esito del negoziato deve essere efficace nell’affrontare le forme pregiudizievoli di sovvenzione individuate”. Niente accordo all’orizzonte, almeno per ora.

I nuovi dazi Ue contro le auto elettriche cinesi

La decisione di imporre i dazi è arrivata nove mesi dopo l’avvio di un’inchiesta antisussidio da parte della Commissione europea. Questi dazi sono provvisori e saranno garantiti da una cauzione decisa dalle dogane di ciascuno Stato membro. La riscossione definitiva dei dazi avverrà solo se sarà presa una decisione finale di imporre dazi permanenti.

I dazi sulle auto elettriche cinesi, rispetto alle aliquote comunicate in precedenza, sono stati leggermente ridotti in seguito alle osservazioni ricevute sulla precisione dei calcoli. I dazi applicati ai tre principali produttori cinesi sono:

  • BYD: 17.4%
  • Geely: 19.9%
  • SAIC: 37.6%

Altri produttori che hanno collaborato con l’inchiesta europea saranno soggetti a un dazio medio del 20.8%, mentre quelli che non hanno collaborato affronteranno un dazio del 37.6%.

Dazi Ue provvisori fino a fine ottobre

I dazi provvisori saranno in vigore fino alla fine di ottobre, periodo entro il quale gli Stati membri dovranno decidere se renderli definitivi per i prossimi cinque anni. La decisione finale dipenderà dal voto degli Stati membri, con una “maggioranza qualificata” necessaria per bloccare i dazi. Questa maggioranza richiede almeno 15 paesi che rappresentino il 65% della popolazione dell’UE.

Linea dure dell’Ue, non è bastato l’allarme della Germania

Nessun ripensamento, quindi, all’interno dell’Ue. Nonostante si sia discusso per giorni di una possibile sospensione o allentamento della decisione, la Commissione ha mantenuto una linea dura. La Commissione Europea sostiene che l’inasprimento dei dazi mira a creare condizioni di parità, non a escludere i produttori cinesi, che attualmente detengono il 6% del mercato europeo delle auto elettriche.

La decisione ha suscitato preoccupazioni tra vari governi europei, soprattutto in Germania, principale esportatore verso la Cina, che teme una guerra commerciale con Pechino con conseguenze negative per l’industria automobilistica e le relazioni economiche bilaterali. L’associazione dei costruttori automobilistici tedeschi (VDA), era stata l’ultima a chiedere alla Commissione di riconsiderare o ammorbidire i dazi, sostenendo che danneggerebbero le aziende occidentali che esportano dalla Cina e comprometterebbero l’obiettivo europeo di neutralità carbonica entro il 2050, oltre a provocare potenziali ritorsioni da parte di Pechino.

L’Europa, come spesso accade, è divisa sulla questione. Mentre la Germania, come l’Ungheria, preferisce evitare i dazi, Francia, Italia e Spagna sostengono misure più rigide. Altri paesi, come Repubblica Ceca, Grecia, Irlanda e Polonia, stanno ancora discutendo la questione, mentre Belgio e Paesi Bassi devono prima risolvere le loro situazioni interne prima di schierarsi pro o contro.

Scontro Ue-Cina: rischio di una guerra commerciale

La misura potrebbe innescare una guerra commerciale tra l’Ue e la Cina, con potenziali ripercussioni negative per entrambe le economie. In particolare, la dipendenza dell’Ue dalle materie prime cinesi necessarie per la produzione di batterie per veicoli elettrici potrebbe complicare ulteriormente la situazione.

La decisione europea di imporre dazi sulle auto elettriche cinesi segue l’analoga misura degli Stati Uniti, che hanno fissato dazi del 100% per fermare l’invasione di auto cinesi economiche e di buona qualità nei mercati occidentali. Una decisione che i produttori cinesi stanno già cercando di aggirare producendo batterie e componenti per auto in Marocco, che ha un accordo di libero scambio con gli Usa.

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