La Commissione europea ha ancora una volta rivisto i dazi sulle auto elettriche importate dalla Cina, pur confermando l’accusa a Pechino di praticare dumping industriale per conquistare il mercato europeo con veicoli venduti a prezzi artificialmente bassi. Questa revisione, che segue l’approvazione di luglio, prevede tariffe punitive variabili dal 9% al 36,3%, da sommare al dazio esistente del 10%, portando il totale a un minimo del 19% e un massimo del 46,3%. Tuttavia, le nuove tariffe non sono universali: le aziende che collaborano con case automobilistiche dell’Unione europea potranno beneficiare di alcune riduzioni.
Dazi sulle auto elettriche cinesi: benefici per Tesla e Volkswagen
Tra le aziende che beneficiano di questa revisione spicca Tesla, che vedrà applicato un dazio ridotto al 9% sulle Model 3 prodotte nella gigafactory di Shanghai e destinate all’Europa. Questo è un significativo calo rispetto al 20,8% proposto in precedenza, ottenuto dopo che Tesla ha dimostrato di aver ricevuto meno sovvenzioni rispetto ai produttori cinesi come Byd, Geely e SAIC. Inoltre, la Commissione ha deciso di non applicare retroattivamente i dazi compensativi, offrendo così un ulteriore vantaggio alla casa texana.
Anche Volkswagen ha beneficiato della revisione, ottenendo una riduzione al 21,3% per il modello Cupra Tavascan, prodotto in Cina dal marchio Seat. Questa riduzione riflette il compromesso raggiunto dalla Commissione, che ha dovuto equilibrare le pressioni delle case automobilistiche europee, in particolare quelle tedesche, con la necessità di proteggere il mercato interno.
Impatto sui produttori cinesi
I principali produttori cinesi di veicoli elettrici non sono stati risparmiati: Byd vedrà applicato un dazio del 17%, Geely del 19,3% e Saic, produttore del marchio MG Motor, sarà soggetta a un dazio del 36,3%. Le aziende che hanno collaborato con l’indagine della Commissione vedranno un dazio del 21,3%, mentre quelle che non hanno collaborato subiranno la tariffa massima del 36,3%. Sebbene ridotti rispetto alle previsioni iniziali, questi dazi restano un ostacolo significativo per l’espansione dei marchi cinesi in Europa.
Prossimi passi e impatto sul mercato europeo
Le nuove tariffe non sono ancora definitive: i costruttori hanno 10 giorni per richiedere audizioni e presentare commenti. Solo dopo aver esaminato i feedback, la Commissione presenterà la versione finale delle tariffe agli Stati membri per la votazione. Le misure definitive devono essere adottate entro quattro mesi dall’introduzione dei dazi provvisori e rimarranno in vigore per cinque anni, con possibilità di proroga e ulteriori modifiche future.
L’introduzione dei dazi ha già avuto un impatto notevole sul mercato europeo: dopo una corsa alle immatricolazioni a giugno, le registrazioni di veicoli cinesi sono calate del 45% a luglio. Nonostante ciò, i produttori cinesi, come Byd e MG, continuano a espandere la loro quota di mercato in Europa, che ha raggiunto l’8,5% a luglio 2024, in aumento rispetto al 7,4% dell’anno precedente.
La posizione dell’Italia è ancora incerta. Mentre il paese sta cercando di attrarre produttori cinesi per stabilire impianti di produzione, l’imposizione di dazi potrebbe sia incentivare nuovi investimenti sul continente che spingere Pechino a rallentare gli investimenti all’estero.