Chiusura in rosso per i listini europei, in una seduta volatile, attenta a ogni sussulto della guerra commerciale globale e impensierita dai molti fronti aperti, dai migranti alla Brexit. Giovedì è cominciato il vertice dei capi di Stato e di Governo, a Bruxelles, definito “difficile” dal presidente Ue Donald Tusk.
A dare una spallata ai listini provvede, nel pomeriggio, anche il dato del Pil Usa del primo trimestre, rivisto al ribasso dal 2,2% al 2%. Al momento però Wall Street recupera, dopo un’apertura incerta e nonostante il calo dei titoli delle catene di negozi, a seguito dell’annuncio di Amazon dell’acquisto di farmacie online. Bene tecnologici e finanziari.
Piazza Affari si ferma a 21.432 punti, -0,58%, dopo aver toccato in giornata perdite superiori al punto percentuale. Le banche centrano un parziale recupero (Unicredit +1,89%), ma il bilancio delle blue chip resta negativo. Il titolo peggiore è Stm, -5,44%, penalizzato dalla debolezza del settore tecnologico a livello europeo e del comparto dei semiconduttori a causa delle tensioni commerciali fra Usa e Cina. Vendite a pioggia anche su Prysmian -4,22%. Male Pirelli -2,96% e il Lingotto, con Fiat -3,37% e Ferrari -2,62% Il settore auto risulta fiaccato dallo spettro di dazi per importazioni negli Usa che potrebbero salire dal 10% al 20%. Non a caso la piazza peggiore è Francoforte, -1,4%, male Parigi -0,97%, Madrid -0,82%. Quasi in parità Londra -0,07%.
L’euro risale leggermente sul dollaro, con il cross attorno a 1,159. Il petrolio, tipo Brent consolida i guadagni di ieri, oltre i 77 dollari, mentre l’oro viaggia all’indietro, portandosi a 1249,66 dollari l’oncia (-0,22%).
La seduta è positiva per i titoli di Stato italiani. Il rendimento del decennale è al 2,78%, lo spread con il Bund si riduce dello 0,24% a 246.20 punti base. Il differenziale si restringe in chiusura, dopo essersi alzato in corrispondenza dell’asta di titoli a medio e lungo termine, con una domanda più tiepida che in passato. Monito della Bce nel suo bollettino economico: l’Italia è tra i sette Paesi dell’area euro che quest’anno rischiano una “significativa deviazione” degli obiettivi sui conti pubblici previsti dai patti Ue. Paesi come Italia e Spagna potrebbero fare anche “passi indietro” rispetto alle riforme pensionistiche precedentemente adottate. Nel panorama nuvoloso filtra un raggio di luce, diffuso dall’Istat: il rapporto Deficit/Pil nel primo trimestre scende al 3,5% ed è il miglior risultato dal 2000.
In Piazza Affari gli acquisti premiano Unicredit; Banco Bpm +1,54%; Intesa +1,41%; Saipem +1,3%. Bper +0,99%.