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Dazi doganali, Europa e Cina tornano a parlarsi sulle auto elettriche: l’interesse è reciproco, ecco perché

Pixabay

Avanti per non compromettere la mobilità sostenibile. Europa e Cina riprendono i colloqui sui dazi per le importazioni di auto elettriche. Il ministro cinese del Commercio Wang Wentao e il Commissario europeo al commercio Valdis Dombrovskis si sono impegnati per nuove intese nel tentativo di bloccare i dazi annunciati dall’Ue. I contatti tra i due arrivano a pochi giorni dall’entrata in vigore delle imposizioni europee su tutti i veicoli elettrici Made in Cina. L’interesse a fermare i dazi è reciproco, perché da una parte crea problemi all’industria cinese spinta sulle esportazioni, dall’altra è un segnale paralizzante per l’abbassamento delle emissioni di gas nei Paesi Ue. La quantità di vetture inquinanti circolanti è alta, quelle elettriche – nonostante il mercato debole – sono comunque la risposta a città più pulite. In più la guerra commerciale che si infittirebbe dalla settima prossima avrebbe indubbi riflessi sulle politiche ambientaliste, in particolare dopo i risultati non eccellenti dei verdi alle elezioni europee. 

I due ministri, spiega una nota cinese “hanno concordato di avviare consultazioni su l’indagine anti-sovvenzioni dell’Ue sui veicoli elettrici provenienti dalla Cina ”. È stato l’inizio di tutto: la scoperta di pratiche scorrette sui prezzi dei mezzi elettrici cinesi  rispetto a quelli prodotti nei paesi Ue. Il governo cinese – è stato detto a gran voce – sostiene l’industria automobilistica nazionale, ma era noto da tempo. Anzi si è riaperto il fronte dei deboli sostegni ai costruttori europei.

Contro misure e l’ombra del Wto

Le autorità cinesi in queste settimane non sono state a guardare. L’Europa è il mercato più fiorente per i mezzi elettrici e non sfugge di certo a loro l’attenzione per la strategia green sulla mobilità sostenibile. Insomma, sanno benissimo che i loro mezzi allo stato sono gli unici su cui fare affidamento. Non rinunciano tuttavia ad alzare le difese. Hanno annunciato a loro volta contro misure commerciali su beni prodotti in Europa.

In tutto il Paese è all’ordine del giorno il caso delle auto di grossa cilindrata europee. Sono beni di prestigio per autocrati e finanzieri, su cui il governo da luglio imporrà dazi del 25%. I colloqui sono partiti ,ma è esplicito il commento del ministro Wang Wentao “se la parte europea continua con ostinazione a seguire la strada sbagliata, la Cina adotterà le misure necessarie, inclusa il ricorso nell’ambito del meccanismo di risoluzione delle controversie del Wto, per difendere fermamente i suoi legittimi diritti e interessi”. Non sarà facile venirne a capo.

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Categories: Economia e Imprese